Dalla droga alla rinascita: Giulia, giovane 21enne, si racconta nel suo primo libro
Scritto da Erika Lodari il 16 Marzo 2021
Giulia Ferrari è una ragazza di 21 anni che vive a Sala al Barro e studia Scienze dell’educazione a Bergamo. Svolge l’attività di educatrice di sostegno presso la Cooperativa Sociale “La Vecchia Quercia” inerente al suo corso di studi per educatore nei servizi sociali e di comunità.
La sua pubblicazione “Si può sempre rinascere” è l’esito della vittoria, ottenuta con un altro partecipante a pari merito, a un concorso letterario nazionale proposto dalla Fondazione “Ema Pesciolino Rosso” di Gavardo (Brescia), nata per supportare i giovani e le loro famiglie.
L’associazione, fondata da Gianpietro Ghidini, nasce in seguito alla morte del figlio Emanuele deceduto a causa di una dose di LSD che l’ha condotto nel 2013 a gettarsi nel fiume Chiese a Gavardo. Il nome deriva dal filo che lega la scomparsa del ragazzo a quella del suo pesciolino, depositato nel corso d’acqua dopo la morte.
Il libro è stato scritto non tanto per raccontare la sua storia ma con l’obiettivo primario di aiutare, non solo tutti gli adolescenti che si sono trovati nella sua stessa situazione, ma è rivolto anche ai genitori che stanno intraprendendo questo cammino e non sanno come sostenere i propri figli.
L’abisso e la risalita
«Ho iniziato a drogarmi a 13 anni per curiosità e divertimento, inizialmente con qualche “canna” finché con il passare del tempo si era trasformato da divertimento del sabato sera a una vera dipendenza quotidiana arrivando a consumarne 12 al giorno – continua Giulia – . Sono poi venuta a conoscenza della cocaina, che è stata la dipendenza più grande e mi ha portato a consumare una “pallina” al giorno per circa 2 anni».
Il 2 giugno 2015 è la data in cui Giulia ha smesso definitamente con la droga. Grazie ai suoi genitori che, dopo averla trovata nel suo zaino, si sono tempestivamente mossi per aiutarla a uscirne.
«Sono stata seguita da una psicanalista per tre anni e per tre giorni alla settimana, ma non ho mai frequentato nessuna comunità. Nonostante avessi una famiglia unita e tutto ciò che volevo, quando fai uso di sostanze tutto quello che ti sta intorno sembra nero».
Anche se gli stupefacenti le hanno fatto perdere anni di scuola, amicizie e la sua adolescenza è riuscita a rinascere. In questo libro ha messo tutta sé stessa: l’obiettivo è quello di aiutare tutte le persone che si trovano ad affrontare la stessa situazione e a liberarsi dai pregiudizi della società, cercando di superare gli stereotipi che ci governano.
«Dedico questo libro a me stessa e alla mia famiglia che ha permesso la mia rinascita».