Quando a Lecco c’erano i cinema

Scritto da il 20 Marzo 2021

I ragazzi degli anni ’50 e ‘60 se le ricordano molto bene le domeniche pomeriggio della loro giovinezza.
La domenica lecchese era la stessa del resto d’Italia. Al mattino si andava a messa, il pranzo insieme a tutta la famiglia, poi il ventaglio delle scelte per i ragazzini del periodo prevedeva di trascorrere il pomeriggio in oratorio, opzione quasi obbligata.
Se si riusciva a schivare l’oratorio pomeridiano perché si aveva un fratello maggiore, un genitore sportivo, oppure un amico di famiglia tifoso di calcio, si poteva andare a vedere la partita del Lecco, che al tempo stava in palcoscenici importanti: in serie B, fino alla vittoria del Campionato che li ha portati in serie A nel 1960.

Marinando l’oratorio domenicale, a parte il calcio, si optava per il cinema. Lecco in quegli anni aveva circa sette/otto sale cinematografiche che attiravano moltissimi spettatori. Gli spettacoli raggiungevano il culmine di pubblico il sabato e la domenica sera e la domenica pomeriggio.

La sala più vecchia di Lecco era il cinema “Italia”, attivo dal 1920. Si trovava nel contesto, attualmente conosciuto,  “Isolago” in via Cairoli. Era il più storico ma anche il più “malmesso” dei cinema lecchesi. Tra i ragazzi di quei tempi circolava una sorta di “gag”: se il film che volevi vedere era in programmazione al cinema Italia, al prezzo del biglietto dell’ingresso dovevi aggiungere un piccolo extra, per un pezzetto di Parmigiano che aveva lo scopo di tenere buoni i topi. Certo un’esagerazione, ma la sala dell’Italia era caratterizzata da cigolanti poltroncine di legno, tappezzeria consunta e l’odore stagnante di sigarette, dato che si poteva fumare nei teatri e nei cinema al tempo.

Una domenica pomeriggio durante la proiezione di uno dei “Colossal” tanto in voga in quegli anni, “Maciste e il Colosso di Rodi”, una signora piuttosto anziana si era presentata con il suo gatto, dal quale era inseparabile. Il felino non era granché interessato al film, scese dalle braccia della signora e girando per la sala si imbatté proprio in un topolino. Si generò il caos assoluto: il gatto, per inseguire il topo, saltava ovunque anche in testa agli spettatori che a quel punto non sapevano più che pesci…pardon che topi pigliare.
Si fermò la proiezione con Maciste che stava stendendo almeno una trentina di nemici, si accesero le luci in sala e, recuperato il gatto, alla signora fu chiesto di riportare il suo animaletto a casa.

Altra sala storica era il “Lariano” in via Caprera, la sala aveva 700 posti a sedere e nel periodo estivo aveva un cortiletto circondato da alberi che guardava verso la chiesa della Vittoria, dove si facevano proiezioni  all’aperto. Anche essa era una sala antica ma era ben tenuta e faceva sfoggio del suo stile costruttivo Liberty.

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Altra sala cinematografica: “l’Impero”, anch’essa con 700 posti, risiedeva in via San Nicolò, ed era di proprietà della curia lecchese. Prese poi, negli anni successivi, il nome di cinema “Europa”.

Nelle vicinanze di quest’ultimo, e più specificatamente in via Ongania, si trovava il cinema “Marconi”, oggi conosciuto come l’auditorium Ticozzi. Tra i tanti film che si susseguirono al Marconi rimane storica una delle prime visioni italiane del film “Il Laureato” del 1967. (Istituto Luce: patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000073114/2/lecco-rinnovato-cinema-teatro-marconi.html)

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Al villaggio di Germanedo si trovava il cinema “Ariston”, poi diventato “Capitol”, fu una delle sale più gettonate tra i ragazzini perché proponeva una programmazione folta di film western del genere “all’italiana”.

In qualche occasione l’Ariston fu utilizzato come teatro per spettacoli musicali, come nel 1968, quando si organizzò una serata con l’allora famoso Clan di Adriano Celentano. Vi furono numerosi e complessi ospiti tra cui: I Ribelli, Al Bano, I Fuggiaschi, Pilade, Don Backy. Fu una serata di balli scatenati che si fecero tra le prime file di poltroncine e il palco, dove si esibivano i cantanti e i gruppi.

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A metà degli anni ‘50 fu aperto il cinema “Nuovo” in viale della Costituzione. Attaccato al “Nuovo” si trovava l’unico dancing cittadino il “Don Rodrigo” che fu trasformato successivamente in cinema assumendo il nome di “Mignon”.

Al cinema Nuovo si tenevano gli eventi annuali del premio: “Le Noci D’Oro”, manifestazione condotta dal noto critico cinematografico e presentatore Lello Bersani. Sul palco del “Nuovo” furono premiati tra gli altri: Mita Medici, Luciano Pavarotti, Monica Vitti, Loretta Goggi e molti altri noti attori e personaggi dello spettacolo.

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Erano molti i motivi culturali e di svago per vivere la città in quell’epoca. Ai giorni nostri rimane attivo il Palladium nel rione di Castello e nient’altro. Ma tornando indietro con i ricordi sembra ancora di sentire le voci e le urla dei ragazzini che all’uscita dal cinema ripercorrevano in strada la trama del film appena visto. E se era stato un western ci si inseguiva e ci si sparava per un ultimo duello stile: “Per un pugno di dollari”.
Perché a Lecco allora c’erano i cinema e il cinema lo si faceva anche in strada.

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