Lucio Battisti, il Genio e la sua Molteno

Scritto da il 9 Aprile 2021

Il più grande e celebrato artista, musicista, cantante e poeta Lucio Battisti giunse a Molteno nel 1973. A lui e all’amico sodale di sempre, Giulio Rapetti in arte Mogol, autore dei testi delle sue più celebri canzoni, venne consigliato l’acquisto di due ville confinanti da Riccardo Pizzamiglio, uomo di fiducia e tecnico del suono della “Numero Uno”, etichetta discografica fondata da Battisti. Pizzamiglio era stato anche il tramite per la villetta che Lucio aveva abitato fino a quel momento in largo Rio de Janeiro, nel quartiere Città Studi a Milano.

Battisti è sposato con Grazia Letizia Veronese, ex segretaria del Clan di Celentano, donna non bellissima, non molto attenta all’eleganza ma molto brava come cuoca. Hanno un figlio, Luca Filippo Carlo, che frequenta l’università.

La villa in collina a Dosso di Coroldo, frazione di Molteno, è situata in una residenza con portineria che accede a un grande parco. La dimora è arredata sobriamente, ha un grande televisore e alle pareti sono affissi numerosi quadri della pop art. Qui Lucio conduce una vita ritirata: ama i viaggi, frequenta pochi amici, ascolta musica classica, dipinge, ama vedere film in televisione, si dedica al giardinaggio, detesta i giornalisti e i finti amici “interessati” che lo tallonano. Questo è anche il motivo dell’allontanamento da Milano e la scelta della Brianza Lecchese. Oltre alla villa di Dosso di Coroldo, Battisti possiede un piccolo appartamento a Roma, sulla via Cassia, e un’altra abitazione a Rimini.

A Lucio piacciono la convivialità tra amici, il buon cibo e il buon vino. Frequenta spesso la saletta del camino del ristorante Riva di Molteno, dove in compagnia di Mogol, Alberto Radius, La Formula Tre, Antonello Venditti e Mario Lavezzi dà sfogo al suo amore per la musica e l’amicizia, suonando con le chitarre a tracolla brani del calibro de “Il Nostro Caro Angelo”, “Ancora tu”, “Amarsi un po’” e “Una Donna per Amico”. I proprietari del “Riva” di allora e i fortunati avventori del locale hanno avuto il piacere di ascoltare le “performance” di questo immenso artista, unico e geniale.

A Battisti piace molto la vera cucina dai sapori giusti, l’atmosfera della piccola sala, dove sedeva sempre allo stesso posto protetto dalla porticina con i vetri smerigliati. Aveva sempre un gran appetito e dopo avere assaporato i piatti dai gusti dimenticati che tanto amava, con Mogol e gli altri amici si esibisce cantando accompagnato dalla fidata chitarra.

Altro ristorante che Lucio predilige è “Negri” sul lago di Pusiano: i proprietari ricordano che non ama i fritti, a eccezione dei “latterini”, piccoli pesciolini che ordinano dal Lazio appositamente per lui. Gli ricordano la sua infanzia e la madre, che glieli cucinava sempre.

Anche a tavola il geniale artista ha delle priorità: riso con pesce persico e un buon bicchiere di Bonarda.
Il conto lo regola in questo modo, afferma Virgilio Negri proprietario del locale: dato che Lucio possiede una quantità industriale di legna e al ristorante ve n’è sempre bisogno, Lucio fornisce la materia prima e in cambio ottiene dei pasti pagati.

Se si transita davanti al “Negri” a Pusiano e si vede la Mercedes S targata Milano parcheggiata e un signore un po’ tarchiatello a spasso con il bastardino nero “Ettore”, allora Lucio è in zona. A Molteno la sua vita è molto abitudinaria: sigarette per la moglie dal tabaccaio ricevitoria, Corriere della Sera acquistato nell’edicola di via Riva e la carne comprata alla macelleria Pigazzini. Si sposta anche ad Oggiono con il suo fuoristrada nero per andare a fare la spesa al Rex Market.
Si ricorda anche il Battisti calciatore nei fine settimana ad Anzano del Parco in interminabili gare con colleghi cantanti ed amici. Non è un fenomeno: inizia la partita a centrocampo e, con il passare del tempo, finisce in porta.

Il 9 settembre 1998 Lucio Battisti muore a Milano, ma rimane tutta la sua arte compositiva, le moltissime canzoni scritte per sé e per altri interpreti, i grandi successi di un artista che non potrà mai morire, perché Lucio Battisti è leggenda!

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Foto in copertina: Battisti seduto nella legnaia di Dosso di Coroldo – Molteno (Foto di Caesar Monti 1976)

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