La baraca di giopi’ (il teatro dei burattini al Circolo Figini di Maggianico)

Scritto da il 15 Aprile 2021

Nella prima metà degli anni Anni Cinquanta stava prendendo piede l’acquisto dei primi voluminosi apparecchi tv da parte delle famiglie italiane. Sull’onda di trasmissioni di grande successo dell’epoca, come “Il Musichiere” presentato da Mario Riva o “Lascia o Raddoppia” con Mike Bongiorno, gli italiani scoprivano il mondo dello spettacolo, dell’intrattenimento e ne venivano contagiati.

Certo, le famiglie che si potevano permettere un televisore in casa non erano molte, ma si era trovata una soluzione. Chi non possedeva una tv andava a vedere le trasmissioni direttamente ai bar che avevano la saletta dedicata. Ci si accomodava su sedie impagliate e, in nutrita compagnia di altri spettatori, ci si godeva “il tubo catodico”.A quell’epoca nel quartiere di Maggianico la tv in condivisione la si trovava al Circolo Fratelli Figini, un bel posto.

Frequentato da avventori di vario genere, giocatori di carte e da amanti delle bocce. Il cortiletto esterno era adornato da filari d’uva che facevano da copertura e ombra nella stagione calda. C’era poi la stanzetta tv dove, nel caso di grande affluenza di pubblico, le sedie del circolo Figini erano insufficienti a fare accomodare tutti. Allora si vedevano le persone andare verso il circolo portandosi le sedie da casa.

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Giopì de Beghem con Polenta e Osei

Uno degli eventi più gettonati al “Circolo Figini” nel periodo fine primavera inizio estate era l’arrivo dalla bergamasca della “Baraca di giopì”, il teatrino ambulante dei burattini. Il teatrino veniva piazzato in fondo al campo di bocce. Davanti al teatrino e su tutto il campo erano disposte le sedie piene di bimbi estasiati in attesa che lo spettacolo iniziasse. Prima di arrivare al circolo per lo spettacolo dei “Giopì”, nel pomeriggio, intorno ale 16.30/17.00, le mamme i nonni spedivano i piccoli spettatori a un negozio di alimentari che scendendo dalla chiesa di Maggianico si trovava sulla sinistra poco distante dal circolo stesso. La ragione delle visite in negozio era note: farsi fare la merenda per la sera della rappresentazione dei burattini. La preferita, inoltre, era stata messa in commercio da poco: consisteva in una crema bicolore alla nocciola e al cioccolato. Inutile dire il successo tra le “pesti” presenti al circolo per lo spettacolo dei burattini.

Uno dei più noti burattinai era di Bonate, si chiamava Benedetto Ravasio ed era nato nel 1915. Figlio di un panettiere, decise insieme alla moglie Giuseppina Cazzaniga d’intraprendere per professione l’arte del burattinaio alla fine degli anni Anni Quaranta. Fece la felicità del pubblico giovanile portando i suoi spettacoli per oltre 40 anni in giro per la Lombardia.
Altro burattinaio famoso come Benedetto fu Losa, nativo di Cisano Bergamasco che emigrò nel Canton Ticino con i suoi burattini ed ebbe un grande successo.
Si annovera tra i burattinai anche una famiglia di Brescia, quella dei Costantini, attiva già alla fine del Seicento con spettacoli della commedia dell’arte e sul finire dell’Ottocento con il Giopì. Il Gioppino è probabilmente la più antica maschera bergamasca, dato che risale all’inizio dell’Ottocento.

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La Baraca di Giopì di Benedetto Ravasio in Piazza Vecchia (Foto concessa da Bergamodascoprire.it)

Aspetto fisico leggendario: tozzo, tarchiato, faccia grossa e bonaria, il collo deforme per tre gozzi sporgenti che esibisce come fossero gioielli e non difetti, vestito in una giubba verde orlata di rosso alquanto grossolana, una camicia aperta fino a scoprire il ventre, pantaloni alla zuava e cappellaccio nero.
Il nome esatto dovrebbe essere Giuseppino Socàlonga detto Gioppino (Giopì), figlio di tale Bortolo Socàlonga contadino della zona di Zanica (Sanga) e di Maria Scàtolèra. Il Giopì, dopo un lungo fidanzamento, sposò la celebre Marietta detta “Margi”: dalla loro unione nacque Pissanbraga Socàlonga; completano la famiglia i fratelli del Giopì: Giacomì, il piccolino Pissa’n’braga e i nonni Bernardo e Bernarda.

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Benedetto Ravasio in azione (Foto concessa da Bergamodascoprire.it)

Il mondo nel quale vive ol Giopì era diverso da quello di oggi. i burattinai andavano non solo nelle piazze, ma anche nelle trattorie, negli oratori, nei cortili delle case coloniche e non a caso i loro spettacoli si tenevano nel periodo del raccolto. In questo periodo infatti, i contadini avevano qualche soldo in più da spendere, ma a volte i burattinai venivano compensati in natura (uova, cotechini, vino). I loro spettacoli si tenevano tutti i giorni a eccezione del venerdì, giorno per loro di riposo e di trasferimento da una località all’altra.

Quando al Circolo Figini di Maggianico lo spettacolo terminava, le mamme e i nonni riportavano a casa in braccio in figli e i nipoti che, letteralmente addormentati, si lasciavano scarrozzare verso un più comodo lettino.
Dietro le madri ecco i nonni, venivano le sorelle e fratelli più grandi con in mano le sedie che erano da riportare a casa. Il giorno dopo ci sarebbe stata ancora un po’ di scuola o di asilo e bisognava andare a letto presto.

C’era molto meno in quegli anni, ma se ci pensiamo bene quel poco di allora è molto (ma molto) di più di quello che crediamo di avere oggi.

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