La Gioconda di Leonardo è al centro di un nuovo mistero
Scritto da Erika Lodari il 17 Aprile 2021
Gli studiosi Lecchesi Silvia Gallo e il marito Massimo Mazzoleni, appassionati di Leonardo Da Vinci e dei suoi legami con il territorio Lecchese, hanno scorto il volto di Gesù Cristo nascosto nella manica della Monna Lisa: scoperta che verrà sottoposta al parere degli esperti.
La coppia si è imbattuta accidentalmente in questa curiosità mentre, per altri motivi, stavano studiando il celebre dipinto di Leonardo Da Vinci in alta risoluzione messa a disposizione sul web dal Museo Louvre di Parigi.
Osservandolo nei suoi minimi dettagli, Silvia Gallo e Massimo Mazzoleni, hanno intravisto qualcosa di strano nella manica del braccio sinistro della Monna Lisa.
Il mistero del volto di Gesù nella manica
Compiendo un’attenta analisi, i due studiosi sono giunti alla seguente conclusione: le pieghe nascondono un volto, il Volto Santo di Manoppello, un velo che raffigura Gesù Cristo conservato a Manoppello, in provincia di Pescara.
Si tratta di una reliquia di origine ignota che giunse nella cittadina abruzzese nel 1506, dopo esser stata portata da un pellegrino sconosciuto, che ha consegnato il Velo al medico Giacomo Antonio Leonelli, scomparendo poi senza lasciare traccia di sé.
I due appassionati di Leonardo Da Vinci hanno sottoposto la questione agli studiosi che dovranno esaminarla e confermare, o smentire, la nuova scoperta legata all’opera più misteriosa di Leonardo.
I recenti misteri di Leonardo
Ad agosto 2020 è stato risolto il mistero del cuore che stregò Leonardo: uno studio internazionale ha svelato la vera funzione delle trabecole del cuore, disegnate per la prima volta proprio dall’artista.
A Gennaio, l’ultimo mistero risolto riguarda il Salvator Mundi: la sfera di vetro presente nel dipinto non riflette e non rifrange la luce perché, in verità, è cava.
L’ipotesi del Volto Santo di Manoppello sulla manica della Monna Lisa arriva a pochi mesi di distanza da altri segreti svelati grazie a un’analisi multispettrale che hanno messo in dubbio alcune convinzioni sul celebre dipinto.
L’analisi multispettrale di Pascal Cotte
Lo scienziato Pascal Cotte ha consentito di scoprire che l’artista avrebbe utilizzato una tecnica particolare definita “spolvero” per realizzare la sua opera.
Tale tecnica prevede l’utilizzo della polvere di carbone che consente di trasferire uno schizzo sulla tela di legno.
Questi segni, trovati all’attaccatura dei capelli e la mano, suggeriscono che l’opera non sia stata interamente realizzata a mano libera. Gli stessi segni sono riscontrabili in altre opere di Leonardo da Vinci.
Inoltre, a destra della testa della Gioconda è stata notata quella che sembra una forcina. Pascal Cotte ha spiegato che tale oggetto non può appartenere al ritratto perché a Firenze non era di moda all’epoca ma, piuttosto, utilizzata tipicamente per una “donna irreale come una dea”, come allegoria della Giustizia oppure della Bontà, o in un dipinto raffigurante la Vergine Maria.