Guida ai luoghi de “I Promessi Sposi” citati da Manzoni
Scritto da Erika Lodari il 23 Aprile 2021
Ci avviciniamo alla fine di questo percorso immerso nei luoghi dei Promessi Sposi presenti nel nostro meraviglioso territorio Lecchese. Oggi illustreremo la Chiesa di don Abbondio, capitolo VIII del romanzo; e il Castello dell’Innominato trattato da Manzoni nel XX capitolo facendo una piccola deviazione e soffermandoci sul Santuario di San Girolamo, pur non facendo parte del percorso dei Promessi Sposi vale la pensa conoscerlo in quanto storico edificio del nostro territorio.
7. La chiesa di don Abbondio
Sono due le chiese riconducibili a don Abbondio a Lecco: la chiesa dei Santi Vitale e Valeria ad Olate e la chiesa di San Giorgio Martire ad Acquate.
La tradizione vuole che sia proprio la chiesa di Olate ad essere il luogo sacro in cui don Abbondio celebra le nozze di Renzo e Lucia, chiesa vicinissima alla presunta casa di Lucia.
Olate, chiesa dei Santi Vitale e Valeria, presenta un edificio con elementi architettonici e stilistici risalenti a diverse epoche: parte del campanile è quattrocentesco, la navata fu costruita nel 1765 per essere poi prolungata nel 1934, quando venne ripristinata la facciata.
Acquate, chiesa di San Giorgio Martire, fondata nel 1232 ed ampliata in più riprese, diviene parrocchia nel XV secolo e nel Settecento era considerata per la sua imponenza la chiesa maggiore: la più antica della pieve di Lecco. Attualmente ciò che si può vedere è frutto dei lavori che iniziarono nell’agosto 1846 su progetto dell’ingegnere Adriano Gazzari di Castello di Lecco.
8. Il Castello dell’Innominato
Il fascino di questo luogo è legato alla storia della prigionia di Lucia presso il castello del “Terribile Uomo”. Anche se Manzoni nei Promessi Sposi non precisa la localizzazione del Castello viene individuato, per tradizione, a Vercurago nell’alta frazione di Somasca.
Nel Trecento era un castello di proprietà della famiglia Visconti, ciò che ne è rimasto oggi sono invece i resti della fortezza. Ed è proprio a Bernardino Visconti che Manzoni si è ispirato per la figura dell’Innominato. Il Visconti risiedeva presso il castello e la sua storia di crimini, pentimento e conversione si rispecchia nella descrizione della figura dell’Innominato.
Attualmente dell’antica fortezza si conservano il muro perimetrale, parte delle fortificazioni difensivi e alcune torri, mentre gli spazi coperti e le cappelle presenti sono state in gran parte ricostruite in tempi successivi.
La lunga scalinata che porta al castello è anch’essa originaria ed è stata scavata direttamente nella roccia. Parte della vecchia struttura fu convertita, nel Cinquecento, da San Girolamo Emiliani in strutture per ospitare gli orfanelli.
Santuario di San Girolamo
Occorre fare un breve excursus sul Santuario di San Girolamo, pur consapevole di uscire fuori tema e dall’itinerario manzoniano, perché vale la pena conoscerlo e visitarlo.
Il Santuario è un luogo di pellegrinaggio, prendendo la “Via delle Cappelle” si percorre una strada affiancata, da un lato, da cappelle che riproducono i momenti della vita di San Girolamo e, dall’altro, da una lunga fila di alberi che lasciano intravvedere un bellissimo panorama.
Una volta arrivati al termine della via si trova la cappella di San Girolamo, una chiesetta costruita proprio a ridosso della parete rocciosa, dove è possibile bere dalla fonte che, secondo la tradizione cristiana del luogo, sarebbe stata fatta sgorgare dal Santo.
Lasciandosi alle spalle la cappella è possibile raggiungere il Castello dell’Innominato. Un percorso, fatto di pace e tranquillità, dal quale si ha una vista davvero bellissima.
Venerdì 30 aprile conosceremo gli ultimi tre luoghi citati, nei Promessi Sposi, dal grande autore Alessandro Manzoni.
A settimana prossima!