Censis presenta il 17° Rapporto sulla comunicazione “I media dopo la pandemia”
Scritto da Erika Lodari il 7 Ottobre 2021
La rilevazione dei consumi mediatici degli italiani nel 2021 evidenzia i seguenti dati.
Televisione
La fruizione della televisione ha conosciuto un incremento rilevante, come effetto sia della costanza dei telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,5% rispetto al 2019) e di quella satellitare (+0,5%), sia del boom della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 41,9% di utenza: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con una differenza del 5,2% solo nell’ultimo paio d’anni.
Radio
La radio continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media. Complessivamente, i radioascoltatori sono il 79,6% degli italiani (stabili da un anno all’altro), ma se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale perde 2,1 punti percentuali di utenza e l’autoradio 3,6 punti (evidentemente per le limitazioni alla mobilità imposte a causa dell’emergenza sanitaria), l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (lo fa il 20,2% degli italiani: +2,9%) e attraverso lo smartphone (lo fa il 23,8%: +2,5%) è sempre più rilevante.
Internet
Anche tra il 2019 e il 2021 si registra un forte aumento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’83,5% di utenza, con una differenza positiva di 4,2 punti percentuali), mentre quelli che utilizzano gli smartphone salgono all’83,3% (con una crescita record rispetto al 2019: +7,6%), così come lievitano complessivamente al 76,6% gli utenti dei social network (+6,7%).
Media a Stampa
Per i media a stampa, invece, si accentua la crisi ormai storica, a cominciare dai quotidiani venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, ridottisi al 29,1% nel 2021 (-8,2% rispetto al 2019). Lo stesso vale per i settimanali (-6,5% nel biennio) e i mensili (-7,8%), duramente colpiti dagli effetti della pandemia.
Libri
Invece sembra essersi arrestata l’emorragia di lettori di libri, che nel 2021 sono il 43,6% degli italiani, con un aumento dell’1,7% rispetto al 2019 (sebbene nel 2007 chi aveva letto almeno un libro nel corso dell’anno era il 59,4% della popolazione). Si registra anche un incremento dei lettori di e-book, pari oggi a un italiano ogni dieci (l’11,1%: +2,6%). Se si considera che chi ne ha letti più di 3 costituisce una fetta pari al 25,2%, si può affermare che il lockdown ha senz’altro prodotto un riavvicinamento alla lettura.
Piattaforme online
Tra i giovani (14-29 anni) c’è stato un ulteriore passo in avanti nell’impiego dei media, in generale, e delle piattaforme online, in particolare. Il 92,3% utilizza WhatsApp, l’82,7% YouTube, il 76,5% Instagram, il 65,7% Facebook, il 53,5% Amazon, il 41,8% le piattaforme per le videoconferenze (rispetto al 23,4% riferito
alla popolazione complessiva), il 36,8% Spotify, il 34,5% TikTok, il 32,9% Telegram, il 24,2% Twitter.
Anche tra i più anziani (65 anni e oltre) qualcosa si muove, visto che l’impiego di internet sale notevolmente (dal 42,0% al 51,4%) e gli utenti dei social media aumentano dal 36,5% al 47,7%. Il bisogno di mantenere un contatto, almeno virtuale, con i propri cari nel periodo del più rigido isolamento deve aver giocato un ruolo non indifferente nella confidenza acquisita con la rete dagli ultrasessantacinquenni.
Aumento dei dispositivi digitali
Anche l’andamento della spesa delle famiglie per i consumi mediatici nell’intervallo di tempo tra il 2007 e il 2020 evidenzia come, mentre il valore dei consumi complessivi ha subito una drastica flessione, senza ancora ritornare ai livelli precedenti la grande crisi del 2008 (-13,0% in termini reali è il bilancio alla fine del 2020, con l’aggravamento dovuto alla recessione dell’anno scorso), la spesa per l’acquisto di telefoni ed equipaggiamento telefonico ha segnato anno dopo anno un vero e proprio boom, di fatto moltiplicando per oltre cinque volte il valore (+450,7% nell’intero periodo, per un ammontare di 7,2 miliardi di euro nell’ultimo anno), quella dedicata all’acquisto di computer, audiovisivi e accessori ha conosciuto un rialzo rilevantissimo (+89,7%), mentre i servizi di telefonia
hanno conosciuto un assestamento verso il basso per effetto di un radicale riequilibrio tariffario (-21,1%, per un valore comunque pari a 14,6 miliardi di euro sborsati dalle famiglie italiane nell’ultimo anno) e, infine, la spesa per libri e giornali ha subito un vero e proprio crollo (-45,9%).
Il bello e il brutto di internet
Il giudizio sui dispositivi digitali e la loro funzione di supporto durante i mesi della pandemia è generalmente positivo. Il bilancio dei cambiamenti prodotti negli ultimi 12 mesi dalle tecnologie digitali secondo l’opinione degli italiani (saldo tra miglioramenti e peggioramenti) premia diversi ambiti: gli acquisti, l’informazione, la gestione dei servizi.
In altri, invece, il bilancio è in perdita: le relazioni sentimentali e la partecipazione dei cittadini alla vita civile.
Il 58,6% degli italiani dichiara che le tecnologie hanno permesso di provvedere alle proprie necessità, per il 55,3% hanno aiutato a mantenere le relazioni sociali, per il 55,2% grazie ad essi si è potuto continuare a lavorare o a studiare, mentre il 52,9% ammette anche che ha potuto scoprire cose nuove e inaspettate.
Più della metà degli italiani (52,8%), però, dichiara che si sente stanco di questo uso continuo dei dispositivi digitali e che vorrebbe “staccare la spina”. A una certa distanza emergono anche gli altri aspetti negativi. I dispositivi digitali “rubano” troppo tempo secondo il 32,2% degli italiani, che nel 31,5% dei casi avvertono il bisogno di connettersi continuamente. Per non parlare di quel 22,8% che dichiara di non riuscire proprio a disconnettersi mai.