Qualità è praticità: la storia della Stereo 8
Scritto da Lecco Channel il 14 Gennaio 2022
Per chi, come noi, negli Anni Sessanta era un ragazzo, non sarà difficile ricordare quella che fu una rivoluzione nel modo di ascoltare la musica. Ma facciamo un po’ di passi indietro.
Durante la prima metà degli Anni Cinquanta erano molto diffusi i registratori a bobine, che venivano utilizzati per incidere parole e musica su nastro. In Italia una delle aziende leader era la Geloso, che proponeva un catalogo di apparecchi a costi accessibili e di varie dimensioni. Questi registratori non avevano le qualità Hi-Fi di altri marchi già presenti sul mercato come Grunding, Philips Sony, che stavano già implementando la stereofonia e la registrazione mono su 4 tracce, proponendo apparecchiature degne dell’Alta Fedeltà e, allo stesso tempo, con costi accessibili.
Per coloro che si occupavano di applicazioni professionali esistevano già registratori stereo a bobine ad altissime prestazioni: un esempio indiscutibile erano i prodotti della Svizzera come il Revox A-77 o il PR-99.
Il problema era legato ai costi di questo produttore, che erano molto elevati e quindi riservati a un utilizzo di soli addetti ai lavori.
Era negli Anni Sessanta: popolare e di gran moda il disco in vinile.
Ricordo bene le “vasche” su e giù in centro a Lecco in via Cavour, allora transitabile in auto, con le 500 o le Mini, i vetri abbassati anche in inverno per fare sentire all’esterno la musica che proveniva dai mangiadischi installati sotto la plancia delle vetture.
Il disco in vinile, che nonostante la sua popolarità non poteva rispondere pienamente all’esigenza di ascoltare la musica in movimento. I mangiadischi potevano essere portati dappertutto, ma in auto la puntina saltava spesso ad ogni buca o curva della strada.
Alla fine degli Anni Cinquanta era necessario un nuovo prodotto, facile da usare, che accontentasse sia i giovani che gli adulti. Così la Rca americana fu la prima a commercializzare un prototipo di audiocassetta: la Rca tape cartrige-Magazine Loaded.
Questa cassetta era, però, ancora troppo ingombrante, lunga 20 cm e alta 12, ma abbastanza sottile perché montava un nastro da 1/4 di pollice. Lo stesso nastro che sarà poi utilizzato per le stereo 8.
In questa ricerca tecnologica, alla fine degli Anni Sessanta l’inventore americano Bill Lear fece uscire i primi prototipi della 8-Track Cartridge (questo era il nome originale). Il successo fu immediato!
La Stereo 8 era comoda da portare in auto, poichè una volta inserita nel lettore le tracce scorrevano in automatico all’infinito. Inoltre i lettori delle cassette Stereo 8 erano economici, avevano un’ottima qualità audio e i prezzi erano economici, alla portata di tutti.
Proprio per questa sua versatilità di utilizzo divenne sin subito popolare e venne utilizzata dalle case discografiche come supporto per la diffusione della musica, accanto ai vinili.
La Rca fu la prima major a credere a quella innovazione, tanto che promuoveva le cassette sul retro delle copertine dei dischi a 45 giri.
In Italia la diffusione dello Stereo 8 iniziò a partire dalla fine degli Anni Sessanta, promosso dal produttore italiano di apparecchiature radio e tv Voxson, che lanciò una gamma di autoradio dotate di lettore denominata Sonar.
Le cassette Stereo 8 ebbero una discreta diffusione nella prima metà degli Anni Settanta, ma, diversamente da quanto avvenne negli Stati Uniti, in Europa subirono la forte concorrenza delle musicassette (decisamente più piccola e agevole, oltre che in commercio già dal 1965) e cominciò a perdere velocemente mercato verso la metà della decade. La produzione venne abbandonata definitivamente nel 1983.
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