Quando, una volta, si ballavano i lenti
Scritto da Lecco Channel il 23 Novembre 2022
Incredibile pensare a come sia cambiato il modo di ballare dei giovani! Se lo raccontate ai ragazzi dei nostri giorni che escono dopo le dieci di sera e passano la notte tirando l’alba nei locali notturni, discoteche, music bar, rintronati da luci strepitanti e suoni frastornanti, probabilmente non vi crederanno, tanto era diverso il modo di ballare di quei ragazzi che negli Anni Sessanta avevano dai sedici ai venti anni.
Si organizzavano delle festicciole in casa e, di volta in volta, ognuno metteva a disposizione la propria abitazione, sempre chiedendo l’autorizzazione ai genitori.
I genitori delle ragazze lasciavano fare, anzi favorivano questo tipo d’incontro perché in questo modo tenevano un pò sotto controllo le figlie ed eventuali spasimanti, pur senza mai farsi vedere in queste feste danzanti.
Il giorno deputato alle feste in casa era quasi sempre la domenica pomeriggio. Si iniziavano le danze e la festa stessa intorno alle 15 e si proseguiva fino alle 19.
Ci si organizzava seguendo un canovaccio usuale: si portava un giradischi (fonovaligia), e ogni invitato/a portava dei dischi in vinile 45 / 33 giri, con ogni partecipante che si premurava di scrivere il proprio nome sulle copertine affinché al termine dell’appuntamento ognuno potesse riprendere i propri dischi.
Le bibite erano aranciate, gazzose, Coca-Cola e quant’altro di rigorosamente non alcolico. C’erano poi biscotti, dolcetti vari e qualche fettina di crostata casalinga che ciascuno portava da casa.
Facendo molta attenzione a non rigare i dischi con la “puntina” del giradischi si dava inizio ai balli, la cui sequenza era alternata: tre “shake” e tre “lenti”.
Non c’erano particolari effetti luminosi, ma all’incirca alla metà della festa, quando l’ambiente si era un pò riscaldato, le luci si abbassavano perché il guancia a guancia danzante potesse venire meglio.
Come l’intensità delle luci si abbassava, i familiari, che sebbene non si mostravano nell’ambito della festicciola ma che erano in altre stanze della casa, aprivano la porta dove le danze erano in svolgimento con una scusa qualsiasi per accertarsi che tutto fosse regolare…
Poco prima dell’ora di cena, dopo i ringraziamenti vari per l’ospitalità, si ritornava a casa: qualcuno tenendosi per mano, qualcun altro con un pò di delusione sperando che andasse meglio la volta successiva.
E così, di festa in festa, si cresceva e se ne andava il periodo della spensieratezza, oggi “archiviato”nel baule dei nostri ricordi…
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