John Fitzgerald Kennedy, 1963 a Bellagio

Scritto da il 9 Febbraio 2023

Il 30 giugno del 1963 fu una data storica – tra le tante – per una delle località più belle del Lario, ovvero Bellagio. La punta che divide il lago tra il ramo comasco e quello lecchese. Alle 18.05 scese dall’aereo presidenziale “Air Force One”, all’aeroporto di Malpensa e davanti a migliaia di persone in attesa, l’uomo a capo del più potente Paese del mondo: John Fitzgerald Kennedy.

Ad attendere il presidente degli Stati Uniti D’America, oltre alle persone che si erano date appuntamento per rendergli omaggio, vi erano alcune tra le cariche più importanti dello Stato italiano dell’epoca: il ministro Codacci Pisanelli, il prefetto di Varese, l’ambasciatore Sergio Fenoaltea, il generale Giachino e altre autorità.

Oltre a istituzioni e folla plaudente, ad attendere Kennedy vi era un grande elicottero militare americano, che con i motori già accesi lo attendeva per trasportarlo a Villa Serbelloni di Bellagio dove avrebbe pernottato.

Nessun discorso ufficiale. Nessuna cerimonia. Perché la brevissima sosta sul Lario era dettata dall’opportunità di giungere a Roma nel giorno e nell’ora della proclamazione di Papa Paolo VI.

Il presidente Kennedy, sfiorando le mani che si protendevano verso di lui con il suo largo sorriso – a qualche fortunato la mano la strinse pure – superò i 50 metri che lo separavano dall’elicottero ”Sikorski” e con un ultimo saluto il gigantesco velivolo si è levò rombando, lentissimamente, puntando a Est verso Bellagio.

L’atterraggio in un prato prospiciente il lago entro il recinto di villa Serbelloni, blindata e sotto stretto controllo di pattuglie di agenti dell’FBI, avvenì mentre sul lago incrociavano per tutto il tempo della permanenza del presidente i motoscafi della polizia italiana.

Dell’altra folla si era radunata a Bellagio per omaggiare e salutare l’importante ospite, quando alle ore 20 un’auto grigia della Southern European Task Force uscì dai cancelli di Villa Serbelloni con a bordo JFK che, sorridente, salutava i bellagini accorsi ad acclamarlo.

L’auto scese sulle rive del lago passando tra le strette vie di Bellagio, dove le vetrine dei negozi e le case erano addobbate con bandierine americane e italiane.

Nello splendido relais di Villa Serbelloni John Kennedy, reduce da un tour che lo aveva portato in Europa a Berlino, Londra, Dublino, tra le numerose persone accorse per salutarlo incontrò l’inventore lecchese Pietro Vassena, con ai piedi i suoi famosi Skivass.

Il giorno successivo Kennedy volerà a Roma e qui incontrerà il presidente Segni e Papa Paolo VI.

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