Vinicio Capossela canta la guerra citando Brecht con ‘La crociata dei bambini’

Scritto da il 24 Febbraio 2023

Il pezzo è un modo di denunciare la guerra: «nessuno più invoca la pace, ovunque si cerca la vittoria»

Vinicio Capossela, credito fotografico Jean Philippe Pernot
Vinicio Capossela, credito fotografico Jean Philippe Pernot

Un cantautore che da sempre affronta temi di interesse sociale, ora, a distanza di un’anno dall’inizio del conflitto in Ucraina, affronta nel suo nuovo singolo la dovuta denuncia alla guerra e più in generale a coloro che, contrariamente al loro dovere sociale di invocare la pace, cercano ovunque la vittoria. Un pezzo che, senza essere scontato o didascalico, si propone di reprimere il solito dibattito semplificato tra gente che si dà da una parte del “pacifinto” e dall’altra dello “scemo di guerra”. Per il nuovo singolo il cantautore Vinicio Capossela ha scelto di riprendere La crociata dei ragazzi (o La crociata dei bambini) che Bertold Brecht pubblicò in piena Seconda guerra mondiale.

Nel lungo poema, Brecht ambientava un mito del Medioevo nella Polonia invasa dai nazisti, raccontando dell’odissea di un gruppo di bambini che attraversando un panorama devastato dalle guerre e districandosi tra le macerie e la morte che pervadevano l’epoca, cerca la via per una terra di pace. L’immaginario e molti parti del poema sono ripresi da Capossela nella sua “La crociata dei bambini” che ha pubblicato oggi e dove l’innocenza si confronta con «la peggiore delle catastrofi: la guerra, con tutto il corollario di avvelenamento, di semplificazione, di inflazione, di vanificazione di ogni sforzo “culturale”».

Il pezzo, dove la voce di Capossela è accompagnata da pianoforte, violino, viola, violoncello, contrabbasso, fagotto, gusli e grancassa, evoca «l’antimilitarismo, la denuncia della guerra come suprema e più disumana affermazione del Capitale che ha come vittima principale l’essenza stessa dell’innocenza, l’infanzia».

Il pezzo è accompagnato da un lyric video realizzato con la tecnica del gesso bianco su carta nera dal disegnatore Stefano Ricci, con la collaborazione di Ahmed Ben Nessib: non è un lavoro di animazione digitale, ma il montaggio di migliaia di immagini fotografate singolarmente.

«Questo è un tamburo suonato da un bambino, il bastone per batterlo è luminoso come uno zolfanello e infatti questo bambino che suona il tamburo sta cercando la luce in un mondo di oscurità, l’oscurità più densa che è quella della guerra», scrive Capossela a proposito del video. 

Il cantautore sottolinea poi l’urgenza del pezzo: «un’urgenza che è nata un anno fa, quando si è compreso che il tempo che pensiamo di avere non è illimitato, ma tutti possiamo essere spazzati via da un potere più grande e impersonale».

Allora sono andato a rileggere Brecht, le sue canzoni e poesie scritte mentre la notte era caduta sul suo paese e l’ombra della guerra iniziava a oscurare l’Europa. Tra queste ho trovato La crociata dei bambini ambientata in Polonia nel 1939. L’innocenza dell’infanzia e dell’animale sono tra le vittime più insostenibili dell’orrore della guerra. La pubblichiamo oggi ed è il nostro modo di dire no alla guerra. Nessuno più invoca la pace, ovunque si cerca la vittoria. Per dirla ancora con Brecht: la guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Tra i vinti la povera gente faceva la fame. Tra i vincitori faceva la fame la povera gente ugualmente».

Il cantautore Vinicio Capossela

Capossela racconta dunque quei bambini che, senza genitori, senza niente, soli e affamati, scappano da un mondo che cancella le strade, distrugge tutto, non fa i conti con quello che verrà dopo, con l’impossibilità di ricostruire, con i passi indietro di millenni, con i cuori che inaridisce, le poesie che annulla.


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