SLVR: The future sounds of Italy

Scritto da il 22 Marzo 2023

Intervista esclusiva a SLVR (Silver), il promettente produttore lecchese

SLVR

SLVR (Silver), un produttore lecchese che ha già mostrato una grande versatilità nelle sue produzioni, variando continuamente tra Bass-House, House e UK Garage. Si distingue non solo come unificatore di diversi generi musicali, ma anche come modo d’essere. La sua presenza scenica ed il suo talento lo hanno portato ad apparire sul palco accanto a diversi mostri della musica elettronica come Skrillex, Martin Garrix, Marshmello, Steve Angello, Jauz, Crookers e molti altri. Nonostante la giovane età SLVR vanta già produzioni su etichette importanti come STMPD Records e Spinnin ‘Records. 

In seguito al suo nuovo disco “Je Win Je” abbiamo avuto l’occasione di ripercorrere il suo percorso artistico attraverso un’intervista esclusiva con l’artista:

  • Come e quando ha iniziato il suo percorso artistico?

“Ho iniziato nel 2012, all’inizio per puro divertimento poiché mi piaceva la musica ed in particolar modo quella elettronica ed il mondo del djing, iniziando così a suonare in zona e pian piano ho imparato a produrre da solo. Nel giro di 2/3 anni ho sia studiato all’università che lavorato come dj e produttore sino a dedicarmi solo a quest’ultimo. Come la maggior parte di questi lavori, all’inizio è “solamente” passione e divertimento ma diventa ben presto un lavoro a tutti gli effetti.”

  • C’è stata una canzone, oppure un artista, che le ha fatto fare questa scelta artistica?

“In realtà ce ne sono diversi di artisti che sono stati la mia fonte d’ispirazione, tra questi sicuramente: Skrillex e Edipo. Due personaggi che ho sempre ammirato, poi nel 2017 ho avuto l’opportunità di conoscere Skrillex, suonando prima di lui in un tour in Puglia. È lì che ho preso la decisione di fare della mia passione la mia professione.”

  • Si può dunque dire che loro sono stati, e in un certo senso forse lo sono ancora, gli artisti che lei prende come punto di riferimento?

“Sì, esattamente. Due punti di riferimento non tanto per lo stile musicale quanto piuttosto per le loro scelte carrieristiche in ambito della produzione e per il loro appeal sulla gente. Due personaggi fondamentali per la mia crescita che meritano il mio interesse non perché personaggi di grande fama ma dal punto di vista prettamente artistico”

  • Come è nato il suo nuovo disco “Je Win Je”, il cui videoclip è stato girato al Hangar Manzoni?

“Il disco, uscito sull’etichetta di Robin Schulz, è nato qualche mese fa dalla volontà di ottenere qualcosa di “fresco” da suonare durante il periodo primavera-estate.”

Il videoclip, girato nel Hangar Manzoni, è stata una scelta dettata dalla volontà ben precisa dell’artista per trovare un connubio tra la mia musica e le location che presenta il territorio lecchese e più in generale, il Lago di Como:

“Ritengo che la nostra zona non riesca ancora ad essere sfruttata a pieno, rimanendo così “sottovalutata” nell’ambito artistico e musicale.”

La collaborazione con Hangar Manzoni inizia a fine gennaio decidendo di utilizzare questo spazio come prima location di un progetto più ampio: AG47 (simbolo dell’argento che richiama il proprio nome d’arte). Nel video si possono notare delle installazioni artistiche di Sempo Studio, uno scultore lecchese; riuscendo così ad unire sia arte che musica.

  • Guardandosi indietro qual è la traccia a cui è più affezionato?

“Un pezzo al quale sono sicuramente molto affezionato è il mio remix “So much better” che ho realizzato per Sandro Cavazza, un cantante svedese che ha lavorato con personaggi del calibro di Kygo Avicii. Lavorare con lui per me è stato molto significativo poiché mi ha trasmesso degli spunti fondamentali per il mio percorso artistico. Un altro pezzo a cui sono molto affezionato è sicuramente “Old Picta”, poiché è stato il pezzo che mi ha lanciato nel mondo della musica elettronica.”


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