Le nutrie di San Nicolò
Scritto da Valentina Codurelli il 11 Aprile 2023
Una famiglia di nutrie filmata nei pressi di San Nicolò sulle rive lecchesi
Nel video appare una famiglia di nutrie nei pressi di San Nicolò, Lecco. Non si tratta del primo esemplare segnalato in zona. I primi avvistamenti sul territorio risalgono al 2007, quando la nutria era stata vista nell’area del Toffo, sul fiume Adda. Attualmente, a seguito di un’attività di monitoraggio sul territorio e formazione degli operatori condotta dall’ente provinciale, si contano quasi un migliaio di esemplari, presenti sull’Adda, nei laghi e nei corsi d’acqua minori, in particolare in alcuni comuni: Abbadia, Airuno, Annone, Bosisio, Brivio, Calco, Calolzio, Colico, Dervio, Garlate, Imbersago, Lecco, Lomagna, Malgrate, Merate, Nibionno, Olginate, Paderno, Pescate, Robbiate e Valmadrera.
Nutria: cos’è
La nutria è un mammifero arrivato nel nostro Paese dall’America Latina per mano dell’uomo che iniziò ad apprezzarne la pelliccia. Si tratta di un grande roditore, che riesce a raggiungere anche i 60 cm di lunghezza; è caratterizzato da un’importante coda, lunga solitamente tra i 25 e i 42 cm, e può arrivare a pesare tra 5 e 10 kg, vi sono esemplari in grado di raggiungere anche i 17 kg. E’ un animale semi-acquatico, che predilige la notte; il suo habitat naturale sono le rive dei laghi e corsi d’acqua lenti. Sebbene preferisca l’acqua dolce, vi sono alcuni esemplari che vivono anche nelle acque salmastre e salate delle isole cilene.
Com’è arrivata in Italia
Le nutrie sono originarie del Sud America, ma sono arrivate fino in Italia a causa dell’uomo che le ha portate fin qui allo scopo di creare allevamenti intensivi e vendere le pellicce di nutria note anche come, pellicce di castorino. Quindi, l’invasione di nutrie in Italia è stata causata dalla mano dell’uomo, precisamente dagli allevatori senza scrupoli, che le hanno liberate e abbandonate quando i loro allevamenti non fruttavano più. La diffusione è localizzata principalmente in Italia settentrionale, ossia in Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna; si trovano anche al Centro Italia, nel Lazio, Toscana, Campania e nelle Marche e, infine, piccoli nuclei sono stati avvistati anche in Sardegna e Sicilia.
Nutrie: perché sono considerate pericolose
Le nutrie sono soggette a piani di abbattimento poiché considerate pericolose, sia per la salute dell’uomo sia per l’agricoltura. Ovviamente, per quanto riguarda l’aspetto sanitario la nutria non porta malattie pericolose per l’uomo; ciò che si contesta è il pericolo legato alla leptospirosi, ossia una pericolosa infezione batterica che può interessare uomo e animali, ma è stato dimostrato come sia difficile contrarla dalla nutria poiché bisognerebbe mangiarne le carni poco cotte oppure toccare l’urina di nutria con una ferita. Per quanto riguarda l’agricoltura, invece, la nutria viene accusata di distruggere le colture. Queste sono le ragioni che hanno portato allo sviluppo di piani di abbattimento di nutrie, ma è stato analizzato come questo modus operandi sia totalmente inefficace poiché se tendiamo ad ucciderle, la risposta della specie è riprodursi più velocemente.
Possibili soluzioni
Se la convivenza con le nutrie è così difficile e complessa, una delle possibili soluzione è controllarne la fertilità, sviluppando un piano di sterilizzazione da parte delle cliniche veterinarie che si occupano di animali esotici. E’ importante agire, però, in modo non solo sostenibile ma, soprattutto, rispettoso nei riguardi di questa specie che è giunta in Italia a causa dell’avidità dell’essere umano, che ancora una volta ha dimostrato di non rispettare la natura e i suoi animali.