Hey!Himalaya, semifinalisti del premio Buscaglione: intervista esclusiva a Giulio Bonacina

Scritto da il 12 Aprile 2023

Giulio Bonacina, componente degli Hey!Himalaya, racconta il percorso artistico del gruppo e la loro esperienza come semifinalisti della settima edizione del premio Buscaglione

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Hey!Himalaya

Hey!Himalaya è un progetto composto da quattro ragazzi che, nati e cresciuti a Lecco, conducono parallelamente i loro progetti musicali. Ritrovatisi a Bologna nel 2019 con l’obiettivo di intraprendere un nuovo percorso, sperimentano sonorità che ibridano il cantautorato con l’elettronica. In seguito alla loro futura partecipazione, come semifinalisti, alla settima edizione del premio Buscaglione, abbiamo avuto l’occasione di ripercorrere il suo percorso artistico attraverso un’intervista esclusiva con l’artista:

Come e quando è nata la volontà di intraprendere un percorso artistico e cosa vi ha spinto ad intraprendere questa strada? 

“Nel 2018 mi ha contattato Josè Cavallaro, l’attuale cantante del gruppo, dicendomi di avere delle canzoni pronte per essere suonate insieme. È così iniziata una collaborazione tra Josè ed io che a quel tempo suonavo già in un altro gruppo con Luca, l’attuale batterista, e da lì, insieme a Josè, Luca e Nicolò si è deciso di formare un gruppo. Di lì a poco loro tre decisero di trasferirsi a Bologna ed io decisi invece di andare a Padova. Nonostante ciò la collaborazione continuò anche se di lì a poco ci fu lo stop imposto dalla pandemia. Ciò nonostante il primo disco “Hey!Himalaya” uscì ed io capì che per dedicarci il tempo necessario era pressoché impossibile continuare ad essere lontani e decisi di trasferirmi a Bologna.”

Il vostro è un sound che spazia dal cantautorato per poi passare attraverso atmosfere anni ‘90 sino ad arrivare all’elettronica, si può dunque definire un sound a 360° oppure c’è un genere che più vi rappresenta?

“In realtà lo definirei anch’io un sound a 360°, poiché non facciamo riferimento ad un genere preciso in quanto tutti e quattro ascoltiamo un sacco di musica condividendola tra di noi e quindi si può dire che il risultato finale sia l’incontro dei nostri diversi gusti artistici che assieme trovano il loro punto di contatto in qualcosa che non si può definire un genere vero e proprio ma appunto, l’incontro di tutte le nostre influenze. Sicuramente un punto di partenza può essere quello del cantautorato, poiché di fatto, spesso le canzoni che proponiamo sono nate su pezzi scritti da Josè accompagnati da chitarra o da pianoforte e voce, a tutto ciò arriva poi “un’aggiunta” dalle influenze del mondo dell’elettronica o del rock. Detto ciò, la direzione a cui oggi volgiamo il nostro interesse è quella di una forma di “canzone decostruita” che quindi non faccia riferimento a strutture predeterminate e che metta insieme l’universo acustico con quello elettronico.”

Direi dunque che la parola d’ordine sia “sinergia”, in quanto la vostra più importante chiave di lettura musicale risiede appunto nella straordinaria sinergia che c’è tra di voi. Nonostante ciò, in particolar modo all’inizio di un percorso artistico, si hanno spesso dei punti di riferimento ben precisi. C’è dunque un artista da voi condiviso ed oggi consolidato come vero e proprio punto di riferimento del gruppo?

“Ce ne sono molti. Sicuramente nel panorama nazionale “Iosonouncane” è l’artista a cui tutti e quattro facciamo riferimento riconoscendo in lui la direzione verso cui il gruppo va ispirandosi. Altro importante punto di riferimento sono poi i Verdena, inizialmente fonte di ispirazione per Josè.”

Quando si parla di artisti in erba è inevitabile affrontare il tema della difficoltà che questi hanno oggi ad emergere. Per voi cosa significa essere degli artisti emergenti nel panorama musicale odierno?

“Essere artisti emergenti oggi è molto difficile in quanto sembra mancare un tessuto d’aiuto artistico che permetta di avere una corretta distribuzione discografica. È come se mancasse una via di mezzo, poiché o resti a suonare per un pubblico estremamente ridotto o “fai il grande salto” entrando a pieno nel mondo della musica, ma è come se mancasse tutta una zona di mezzo facendo dunque fatica a comprendere come sia possibile emergere, sembra quasi succeda per magia.”

La cosa che stupisce davvero molto è il fatto che dei giovani artisti sperimentano una forma di cantautorato proponendola al pubblico odierno, che sembra invece rivolgere l’attenzione verso quelle che forse sono delle mere forme di “produzione commerciale”, verrebbe dunque da dedurre che con la vostra proposta artistica stiate cercando di “aprire un nuovo mondo” attraverso una proposta artistica quale il cantautorato che oggi sembra quasi essere un azzardo. È corretto quindi presumere che voi stiate cercando qualcosa di “alternativo” da proporre al pubblico odierno?

“Certamente, l’obiettivo è proprio quello di cercare il raggiungimento di quella fetta di pubblico che ad oggi non si sente rappresentata nel cantautorato e nemmeno nel mondo musicale mainstream odierno e che si ritrova in difficoltà a trovare qualche nuova voce nel panorama italiano senza rifarsi ai soliti vecchi cantautori. Per arrivare a ciò il nostro obiettivo è dunque quello di trovare una forma di musica che non sia sperimentale o che abbia la pretesa di porsi come alternativa “radicale” e quindi di difficile ascolto ma che invece riesca a porsi come via di mezzo tra l’orecchiabilità del mondo musicale d’oggi e la ricerca tipica del cantautorato.” 

Quando si pensa al cantautorato vengono inevitabilmente in mente i grandi temi di interesse politico/sociale che questo genere ha da sempre affrontato attraverso la sensibilità dei grandi cantautori del passato che hanno da sempre utilizzato il cantautorato come vera e propria arma di “denuncia sociale”. C’è, in questo “nuovo mondo” che voi proponete al pubblico, la volontà di utilizzare il cantautorato come forma di protesta o, appunto, di denuncia sociale?

“Non esplicitamente, nel senso che per ora, a livello testuale, non ci rifacciamo a quel tipo di cantautorato. Nonostante ciò, in maniera implicita, il fare ciò che facciamo, quindi il decostruire un certo tipo di forme musicali, porta con sé un certo tipo di messaggio verso quelli che sono dei canoni musicali precostituiti. Per cui, implicitamente, senza alcun dubbio.”

Qual’è il percorso ideativo ed artistico che c’è dietro ai vostri dischi?

“Per ora non ci siamo ancora ritrovati a sviluppare un vero e proprio “percorso” in quanto il nostro primo e unico disco è nato da pezzi già esistenti nella testa e nelle corde di Josè. Per il nostro prossimo disco la nostra idea è quella di lavorare attorno ad un concetto sia musicale che testuale che riesca a tenere insieme tutto il lavoro di gruppo che ci sta attorno, buttando giù idee di cosa ci piacerebbe parlare dandoci spunti attraverso film, libri ecc. lavorando in perfetta sinergia.”

Quest’anno sarete tra i semifinalisti della settima edizione del premio Buscaglione, può essere considerata la vostra tappa più importante?

“Sicuramente, soprattutto a livello di esposizione mediatica, in quanto al premio Buscaglione vi è una grande presenza di etichette discografiche che offrono enormi possibilità artistiche. Ciò nonostante nel nostro percorso vi sono state altre diverse esperienze molto significative come la partecipazione alla finale di un contest organizzato dalla Panico Concerti di Bologna.”

Cosa sperate vi dia questa esperienza?

“La nostra ambizione è quella di fare di questa esperienza “una vetrina”, utile per raggiungere persone che ci possano aiutare ad inserirci nel panorama musicale entro cui vorremmo muoverci, in quanto sappiamo che attraverso questa esperienza ci troveremo di fronte ad etichette di gruppi ed artisti che sembrano andare verso la nostra stessa direzione con scelte artistiche molto affini alle nostre.”

Quali sono i progetti futuri degli Hey!Himalaya?

“Il nostro progetto futuro è quello di suonare ed ancora suonare con la speranza di vedere l’ampliamento del nostro pubblico attraverso collaborazioni con altre sensibilità artistiche come quella con il mondo cinematografico per creare delle sonorizzazioni dal vivo e dei cortometraggi attraverso l’aiuto di un ragazzo che ha studiato cinema ed oggi lavora per una rivista cinematografica. Uno di questi progetti futuri sarà dunque quello di proseguire questa collaborazione e quello di riuscire ad ultimare il nostro prossimo album, ancora in fase embrionale.”

Hey!Himalaya-Giove

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