Addio a Tina Turner, la regina del rock’nroll che «visse» due volte

Scritto da il 25 Maggio 2023

Una vita senza eguali, piena di successi, drammi, tragedie, violenza, ascesa, caduta e rinascita.

tina turner

Addio a Tina Turner, regina del rock’n roll che aveva 83 anni. Lo ha annunciato il suo portavoce: “Tina Turner, la Regina del Rock’n Roll, è morta serenamente oggi (24/05/2023) all’età di 83 anni dopo una lunga malattia nella sua casa di Küsnacht vicino a Zurigo, in Svizzera. Con lei il mondo perde una leggenda della musica e un modello. Ci sarà una cerimonia funebre privata a cui parteciperanno amici intimi e familiari. Si prega di rispettare la privacy della sua famiglia in questo momento difficile”.  

Una vita senza eguali, piena di successi, drammi, tragedie, violenza, ascesa, caduta e rinascita.

Un’icona di bellezza senza tempo ed un fascino irresistibile. Una voce inconfondibile, graffiante, immersa nella storia della black music. Un’innata capacità di resistere a un’esistenza che racchiude in sè almeno tre vite.

L’esordio

Aveva solo 10 anni, infatti, quando ha cominciato a cantare nel coro della chiesa e non si è più fermata. Poi, nel 1956 l’incontro con Ike Turner, con cui nel 1958, inciderà la canzone Boxtop che segna il suo debutto discografico. Inizialmente userà lo pseudonimo di Little Ann. Si presenta al pubblico per  la prima volta come Tina Turner nel 1960 come membro della ”Ike & Tina Turner Revue” con il singolo di successo “A Fool In Love”. Raggiungono il successo con una serie di hit, tra cui “It’s Gonna Work Out Fine” (1961), ”River Deep – Mountain High” (1966), ”Proud  Mary” (1971) e ”Nutbush City Limits” (1973). Da lì la scalata alle classifiche internazionali. In una carriera di 60 anni, la cantante vincitrice di otto Grammy di cui sei negli anni Ottanta si è affermata come una delle voci più famose del rock con successi come Proud Mary e The Best. La sua carriera ha percorso oltre mezzo secolo, tanto appunto da essere soprannominata “La regina del rock and roll”. 

La turbolenta relazione con Ike

Nella sua autobiografia “I, Tina”, diventata nel 1993 il film vincitore di tre Oscar “What’s Love Got To Do With It” con Angela Bassett, la diva del rock aveva raccontato la turbolenta relazione con Ike. 

Il sodalizio artistico tra Tina Turner e Ike diede il via a una fortunata collaborazione che si trasformò in qualcosa di più. Dopo aver concluso la relazione con il sassofonista Raymond Hill (dal quale la cantante di “Proud Mary” ha avuto il primo figlio Craig), Tina e Ike iniziarono a uscire insieme e nel 1960 la star diede alla luce il suo secondogenito Ronnie. Due anni dopo la coppia volò a Tijuana, in Messico, per un matrimonio lampo che traumatizzò l’artista: come ha raccontato il diverse interviste, dopo la cerimonia, Tina Turner venne infatti portata per goliardia da Ike in un bordello ad assistere a uno spettacolo di sesso dal vivo.

Se la vita coniugale di Turner iniziò decisamente male il peggio per lei doveva ancora venire poiché il marito iniziò a cambiare diventando sempre più inquieto e nervoso. La prima violenza avvenne a causa di alcune differenti visioni artistiche in merito a una possibile collaborazione musicale, con uno scambio di opinioni che sfociò in una aggressione culminata con un abuso sessuale.

Se sopra al palco Tina e Ike Turner erano una coppia perfetta in grado di far sognare il pubblico, nella vita reale la donna subiva i legame tossico con il marito, le cui violenze si fecero sempre più frequenti, con l’uomo che versava il caffè bollente sul viso della moglie o la riempiva di pugni fino a romperle la mascella.

Un “sogno d’amore” che si trasformò presto in un lungo incubo, dal quale l’artista decise di fuggire solo dopo aver tentato il suicidio nel 1968 ingerendo 50 sonniferi. Sempre nelle interviste, Tina racconta che al suo risveglio, venne accolta dal marito con questa frase: «Avresti dovuto morire». Nel luglio del 1976, dopo l’ennesima notte di percosse, Tina lasciò il marito con niente di più di una Mobil Card e 36 centesimi. Da quel giorno, rinacque Tina Turner.

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La rinascita

Come è stato raccontato tante volte, da quell’orrore fuggì senza praticamente nulla, ricominciando da zero. Da quel momento inizia la carriera da  solista costruita passo passo con una delle più celebri cover di “Let’s Stay Together” di Al Green, “Private Dancer”, “What’s Love Got To Do With It”, “The Best” in un crescendo clamoroso fatto di record di vendite (si parla di oltre 200 milioni di copie vendute), concerti clamorosi, Grammy Award, il Kennedy Center Honors, gli omaggi di altri artisti, ruoli cinematografici indimenticabili, l’Acid Queen di “Tommy”, la Aunty Entity di Mad Max, (accompagnato dal successo mondiale del brano “We Don’t Need Another Hero”). 

Nonostante la rinascita pare che il suo destino è stato sempre quello di dover “ricominciare”. Quando infatti sembrava che finalmente potesse approdare alla serenità è stata la sua salute a cedere: prima un ictus, poi un tumore all’intestino, infine una grave insufficienza renale che l’ha messa di fronte alla scelta tra dialisi e trapianto. Con la sua proverbiale sincerità, Tina ha ammesso di aver pensato anche al suicidio assistito. Poi il marito le ha donato un rene, restituendole qualche anno di un’esistenza serena. 

La donna che visse tre volte non c’è più ma è stata fino all’ultimo una regina del rock.

A volte bisogna lasciar andare via tutto, spurgarsi. Se non siete soddisfatti di qualcosa… qualsiasi cosa vi butti giù, liberatevene. Perché scoprirete che quando siete liberi, la vostra vera creatività, il vostro vero io viene fuori. Solo così si rinasce.”

Tina Turner

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