La Cramps: l’opera più rivoluzionaria della genialità di Gianni Sassi

Scritto da il 1 Luglio 2023

La Cramps fu l’etichetta indipendente italiana più rivoluzionaria e controcorrente di sempre

La Cramps, acronimo di Clubs Records Agency Management Publishing Spettacoli fu un’etichetta discografica indipendente, coraggiosa ed innovativa fondata a Milano nel 1972 da Gianni Sassi e Sergio Albergoni insieme a Tony Tasinato e Franco Mamone. Sassi, editore, fotografo, intellettuale, agitatore culturale e pubblicitario di avanguardia con le sue idee radicali portò la Cramps a indirizzarsi verso musiche di avanguardia, lontane dal mainstream.

Gianni Sassi credito fotografico TeatroOutOff
Gianni Sassi, il primo da sinistra, credito fotografico: TeatroOutOff

Era odiata dal sistema industriale musicale tradizionale. Principalmente durante i primi anni per il tipo di prodotti e di artisti che proponeva, e successivamente quando morì Demetrio, Gianni Sassi fece la locandina del concerto per l’Arena di Verona con la classifica di TV Sorrisi e Canzoni appallottolata a cuore. Questa cosa se la legarono al dito.”

Eugenio Finardi

In quegli anni rivoluzionari nella casa discografica (che usa nel logo Frankenstein) crescono e si sviluppano alcune delle realtà musicali italiane più significative del decennio. Per la Cramps incidono gli Area, Eugenio Finardi, Alberto Camerini, gli Skiantos, il bluesman Roberto Ciotti, Claudio Rocchi, Arti e Mestieri, Kandeggina Gang.

Gli altri erano musica leggera, noi il futuro.”

Eugenio Finardi

Accanto agli artisti rock nazionali la Cramps ha poi due collane (“DiVerso” e “Nova musicha”) dedicate alla musica “alta”e sperimentale dove incidono John Cage, Patrizio Fariselli (extra Area), Demetrio Stratos e altri ancora che non frequentano le consuete strade pop/rock.

È impossibile parlare della Cramps senza parlare degli Area, il gruppo di Demetrio Stratos, Paolo Tofani, Giulio Capiozzo, Ares Tavolazzi e Patrizio Fariselli. Il primo album pubblicato fu infatti Arbeit macht frei degli Area,  pietra miliare di quel mix di sperimentazione, free jazz, elettronica e rock.

Demetrio Stratos fu forse la più grande espressione di ciò che la Cramps volle essere, in quanto artista controcorrente e rivoluzionario che  coltivò un’importante esperienza solista incentrata su sperimentazioni e ricerche vocali, che ha prodotto un’ampia e notevole discografia. 

Demetrio Stratos credito fotografico Corriere della Sera
Demetrio Stratos credito fotografico Corriere della Sera

Il suo studio della voce come strumento, memore dell’esempio dei cantanti più avanzati della musica nera statunitense come Leon Thomas, lo portò nel corso degli anni settanta a raggiungere risultati al limite delle capacità umane. Compì ricerche di etnomusicologia ed estensione vocale in collaborazione con il CNR di Padova tra il 1976 e il 1978, e studiò le modalità canore dei popoli asiatici. Le analisi sulla voce di Stratos hanno dimostrato che il musicista riusciva a produrre diplofonie, suoni bitonali e disfonici, abilità diverse tra loro che è raro trovare nella stessa persona. Grazie alle già notevoli doti innate, alle tecniche acquisite, e agli studi con il CNR, Stratos riuscì a raggiungere risultati che rimangono ancora ineguagliati.

«La voce – sostiene Stratos – è oggi nella musica un canale di trasmissione che non trasmette più nulla»; e ancora: «L’ipertrofia vocale occidentale ha reso il cantante moderno pressoché insensibile ai diversi aspetti della vocalità, isolandolo nel recinto di determinate strutture linguistiche».

Dal punto di vista artistico, la Cramps si caratterizzò per aver raccolto gruppi vicini al progressive specialmente jazz-rock, come gli Arti e Mestieri, i Venegoni & Co e gli stessi Area, e cantautori non tradizionali ma vicini al rock, come Eugenio Finardi, Andrea Tich, Alberto Camerini e Claudio Rocchi.

Nel 1976 i fondatori della Cramps furono tra i promotori del Consorzio Comunicazione Sonora, un tentativo che aveva l’obiettivo di raggruppare alcune case discografiche alternative quali, oltre alla Cramps, l’Orchestra, la Divergo, l’Ultima Spiaggia e la Zoo Records (etichetta fondata da Franco Mamone e dalla PFM: nulla a che vedere con l’omonima etichetta britannica nata nel 1978), per organizzarsi in una struttura più grande che potesse concorrere a livello industriale e distributivo con le multinazionali; il tentativo però fallì dopo poco tempo, anche per le differenze ideologiche tra i vari gruppi, ma soprattutto perché le condizioni contrattuali di ciascuna delle etichette con i propri distributori non erano omogenee. Essendo economicamente impossibile una gestione consortile della distribuzione, il Consorzio funzionò per qualche tempo come ufficio stampa comune.

La distribuzione della Cramps venne affidata dapprima alla Dischi Ricordi, poi alla Phonogram ed infine, dal 1977, alla Baby Records di Freddy Naggiar fino al 1980 quando l’etichetta venne chiusa: i tempi e il vento non erano più quelli propizi ad un’impresa del genere, la morte di Demetrio Stratos (1979) sancì forse la fine di un’epoca in cui tutto era parso possibile.

La Cramps è stata un sasso gettato nello stagno della musica italiana e Gianni non fu un discografico, ma un artista situazionista, creava situazioni.”

Eugenio Finardi

Il catalogo discografico, dopo la morte di Gianni Sassi nel 1993 e di Franco Mamone nel 1998, passa ad Alfredo Tisocco, musicista ed animatore culturale molto vicino a Gianni Sassi nel suo ultimo periodo di attività, che per alcuni anni ripubblica le hits degli Area insieme a nuovi contributi di musica colta (sulla linea dei cataloghi di Nova Musicha e Diverso) mantenendo viva l’etichetta Cramps. Le edizioni musicali Cramps, invece, sono state cedute a Romolo Ferri, titolare di un agguerrito gruppo editoriale.

Nel 2013 il catalogo della Cramps passa alla Sony Music con la quale non riscontrò grande successo come spiegato dalle parole di Roberto Manfredi, produttore, promoter e giornalista:

“La Cramps ha rappresentato una grande rivoluzione. Ricordiamoci che negli anni Settanta, per esempio, il Festival di Sanremo era fortemente in crisi. Nel 1975 la Rai ha mandato semplicemente la finale in onda, perché c’era una generazione che non guardava la televisione, aveva le proprie riviste, i propri organi di cosiddetta controinformazione, che non erano marginali; vivevano la città, si muovevano, ma non era la movida alcolica. La cultura e la musica erano gli elementi di aggregazione principali. Nascevano le radio cosiddette libere. Insomma, c’era un contesto per cui la Cramps poteva funzionare solo in quel periodo. Non so se oggi una nuova Cramps funzionerebbe. Ci ha provato Boosta dei Subsonica con la Sony, ma l’esperimento non è andato avanti perché non sono più i tempi per la sperimentazione.”

La Cramps sarà modello per progetti affini apparsi in un secondo tempo (come la torinese Toast Records nata nel 1985).


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