Stefano Rosso: un cantautore poco ricordato
Scritto da Samuele Colombo il 6 Luglio 2023
Cantautore italiano degli anni 70’, Stefano Rosso ha riscosso alcuni successi non banali nella sua carriera ed è conosciuto per essere appartenuto alla “Scuola romana dei cantautori”, anche se la sua figura non è sempre in primo piano
Nato a Roma nel dopoguerra, Stefano Rosso impara da adoloscente a suonare la chitarra grazie ad un amico nel retrobottega di un fruttivendolo e da lì inizia il suo legame intenso con la musica: il suo stile è semplice, caratterizzato dalla sua erre moscia e da una voce tranquilla e colloquiale. Le sue canzoni sono ironiche e rappresentano un emblema della quotidianità, ed uniscono la canzone popolare romanesca, il folk e il country americano. Insieme al fratello Rosso fonda il duo “Remo e Romolo”, debuttando nel 1969 con l’album “L’arca di Noè”, formato dai brani “Io e il vagabondo” e “La bambina di piazza Cairoli” , che non riscuote però successo.
Nel 1974 Stefano inizia una carriera da solista e canta sulle note di “C’è un vecchio bar nella mia città” e “Valentina”, che vengono riprese da Claudio Baglioni nel programma televisivo “Ritratto di un giovane qualsiasi”, in onda nello stesso anno. Rosso poi viene scelto come chitarrista per alcune puntate della trasmissione televisiva “Alle sette della sera” condotto da Gianni Morandi e Elisabetta Viviani.
Il successo di Stefano però comincia a crescere dal 1976, anno in cui esce “Letto 26”, in cui ricorda il suo luogo natio: via della Scala a Trastevere; mentre pochi mesi dopo l’ RCA pubblica l’album “Una storia disonesta”, nella cui canzone omonima viene fatto riferimento allo spinello per la prima volta, e questo ha contraddistinto Stefano da tutti gli altri cantautori della storia della musica italiana. Quest’album inoltre , di cui fanno parte anche i brani “La banda degli zulù” e “Anche se fosse peggio”, fece vincere a Rosso il telegatto di Sorrisi e Canzoni.
Nello stesso anno Mia Martini interpreta il suo brano “Preghiera”, che Rosso incide solo vent’anni
dopo. Nel 1977 invece Stefano incide l’album“ …E allora senti cosa fo”, tra cui spiccano “Colpo di Stato”, “Odio Chi” e “Reichiana”, “Bologna 77”, dedicata a Giorgiana Masi, la ragazza uccisa il 12 maggio 1977 durante una manifestazione del Partito Radicale a Roma. E’ il 1979: viene pubblicato il grande album, che ottiene buoni risultati sia dalla critica sia per le vendite, “Bioradiografie”. Nato grazie alla collaborazione di Gianni Marchetti, musicista che ha lavorato per Piero Ciampi, è un disco di successo che contiene la sua versione di “Valentina” oltre a “Ragazza Sola”.
Nel 1980 Stefano partecipa al Festival di Sanremo con il brano “L’italiano”, inserito nell’album “ Io e il signor Rosso” pubblicato dalla Ciao record, insieme a canzoni come “Quello che mi resta” e “Quando partì Noè“. Dopo la pubblicazione degli album “Vado, prendo l’America e torno“, “Donne” e “La Chitarra Fingerpicking di Stefano Rosso”, il suo primo album interamente strumentale, la popolarità di Rosso diminuisce.
Rosso però ritorna nel 1985 per la Polygram Stefano Rosso, partecipando al Disco per l’estate con il brano “Bella è l’età“, non di successo, come anche gli album “Com’è difficile” (1987) e”Femminando” (1989). Nel 2001 Stefano incide “Il meglio”, che racchiude nuove versioni delle sue greatest hits, oltre che alcuni inediti. Negli ultimi anni Stefano Rosso ha organizzato alcuni concerti e ha pubblicato dischi, spesso live o strumentali, come gli album “Live at the station“, “Fingerstyle guitar“, “Live at the Folk Studio” (2003), “Banjoman” (2004), “Lullaby of birdland” (2006) e “Mortacci” ( 2007) e “Piccolo Mondo Antico” nel 2008, anno in cui, il 15 Settembre, Stefano Rosso muore a Roma.
Stefano Rosso è stato un personaggio particolare: difficile, divertente, fragile, ottimo suonatore di chitarra, divertente, ma con una malinconia di fondo. Purtroppo non tutti lo ricordano così o come un bravo cantautore, ma la verità è che anche tra le parole delle canzoni di Rosso ci sono degli insegnamenti e delle emozioni nascoste.