È il 7 luglio 2006: ci lasciava Syd Barrett, genio “alienato” dei Pink Floyd

Scritto da il 7 Luglio 2023

Addio a Barrett, il genio “alienato” che fondò i Pink Floyd e poi sparì, distrutto da droga e schizofrenia

1 Syd Barrett credito fotografico Pinterest
Syd Barrett, credito fotografico: Pinterest

È il 7 luglio del 2006, quando Syd Barrett, ormai distrutto da droga e schizofrenia, ci lasciava all’età di 60 anni dopo una lenta eclissi durata oltre trent’anni. 

Roger Keith Barrett, detto Syd e nato a Cambridge il 6 gennaio del 1946, fu un artista carismatico che ha incarnato la ribellione sociale di un periodo, gli anni sessanta, in continua evoluzione. Tra genio e sregolatezza, divenni il simbolo del b-side del sogno psichedelico inglese (leggi anche: “La Psichedelia degli anni ‘60”).

Dei Floyd, Syd è stato l’anima e il frontman incontrastato dal 1965 alla fine del 1967. Roger Keith “Syd” Barrett, cantante e chitarrista, fondò i Pink Floyd a Londra nel 1965 con il bassista George Roger Waters, il batterista Nicholas Berkeley “Nick” Mason e il tastierista Richard William “Rick” Wright. Geniale autore e interprete, fu l’anima del primo album “The Piper at the Gates of Dawn”, il più follemente psichedelico della storia floydiana.

Pink Floyd credito fotografico Pinterest
Pink Floyd, credito fotografico: Pinterest

Abusando dell’acido lisergico per i suoi viaggi creativi (“Interstellar Overdrive” e “Astronomy Domine”), però, Barrett si chiamò fuori dal gruppo per la sua costante instabilità psicologica e l’assoluta inaffidabilità sul palcoscenico. Di fatto, a 21 anni, Syd ha già perso il contatto con la realtà e nei concerti smette di cantare improvvisamente, o canta la stessa nota per lunghi minuti. Non a caso, nel 1968, il gruppo chiamò a rimpiazzarlo David Jon “Dave” Gilmour. 

Dopo essere uscito dal gruppo, Barrett ha registrato degli album come solista, mantenendo sempre rapporti artistici con i suoi ex compagni David Gilmour e Roger Waters. I due album solisti di Syd Barrett, usciti entrambi nel 1970, “The Madcap Laughs” e “Barrett”, sono considerati dei gioielli universali di cantautorato obliquo, improvvisato e stralunato, facendo affiorare in superficie immagini libere, filastrocche e nonsense, visioni, allucinazioni e stranite fantasmagorie acustiche.

A sancire l’inizio di una lenta eclissi durata oltre trent’anni, vi furono sicuramente delle notevoli malattie mentali ancora ad oggi poco chiare, in quanto sono diverse le ipotesi di diagnosi sulla figura di Syd Barrett, ormai investito da un implacabile declino psicofisico; tra queste: schizofrenia, sindrome di Asperger (una forma di autismo), disturbo bipolare o di un’epilessia acutizzata dalle droghe e dalla fobia del palcoscenico. Lo disintegra anche l’impiego sconsiderato e arbitrario che fa di uno psicofarmaco molto in voga al tempo, il Mandrax: una vera droga legalizzata.

“Di certo l’acido ha avuto qualcosa a che fare con tutto ciò, ma non sappiamo se sia stato questo ad accelerare il processo che avveniva nel suo cervello oppure se ne sia stata la causa. Nessuno lo sa. Io sono sicuro che le droghe un effetto l’hanno avuto” così si espresse Richard Wright, mentre David Gilmor disse che “Barrett era epilettico, ma soffriva di crisi parziali. Le luci del palco e le droghe avrebbero provocato le crisi, scambiate per malattia mentale”.

Un vero e proprio genio deterioratosi nel corso degli anni, divenendo così un genio “alienato”. Un termine che torna in un’intervista in cui gli venne chiesto come avesse pensato di chiamare la rock band appena composta ‘Pink Floyd’. “Sono stati gli alieni a suggerirmelo”, rispose. In realtà il nome, coniato nel 1965,  era la somma dei suoi due bluesman preferiti, Pink Anderson e Floyd Council. 

Diventa irriconoscibile e invisibile. Dopo qualche anno consumato in un hotel di Londra, si rintana a Cambridge, insieme a sua madre, dedicandosi al giardinaggio e coltivando l’antica passione per la pittura, ormai lontano dal bagliore del palcoscenico.

2 Syd Barrett credito fotografico Pinterest
Syd Barrett, credito fotografico: Pinterest

Syd Barrett morì a Cambridge il 7 luglio 2006, all’età di 60 anni, per un tumore al pancreas, non per complicanze dovute al diabete come alcuni sostengono. 

Un anno prima della sua morte, nel 2005, sul palco del Live 8 in cui i Pink Floyd si riunirono per lo scopo benefico, sempre Rogers volle omaggiare la creatività dell’amico dedicandogli “Wish You Were Here”.

Syd Barrett, lasciò un’eredità artistica incontrastata. In tanti hanno infatti rivendicato di vedere in Syd un modello musicale. Ricordiamo David Bowie soprattutto, e poi Brian Eno, Jimmy Page, Paul McCartney, Marc Bolan, i Tangerine Dream, Robyn Hitchcock. E anche formazioni oggi amatissime come i Tame Impala e i Flaming Lips, gli devono molto. 


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