Alberto Camerini: l’arlecchino del rock italiano

Scritto da il 22 Luglio 2023

Cantautore rock degli anni 80’, Alberto Camerini si distingue per la sua personalità fuori dal comune e per il suo rock, che lo ha reso un vero e proprio protagonista della musica italiana

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Credito fotografico: Onda Rock

Nato in Brasile nel 1951 in una famiglia italiana ebrea trasferitasi in Sud America in seguito alle Leggi Razziali del 1938, Alberto Camerini arriva in Italia quando ha 11 anni e si appassiona già alla musica. Quando frequenta il liceo classico Beccaria di Milano, fonda il “Pacco”, un gruppo musicale di cui facevano parte artisti come Eugenio Finardi, Lucio Fabbri e Ricky Belloni. Nello stesso periodo Alberto inizia l’attività di sessionman per la Dischi Ariston a Milano collaborando con vari musicisti, come Claudio Rocchi, Donatella Rettore, i Matia Bazar e l’Equipe 84. Comincia ad essere uno tra i chitarristi più richiesti, grazie alla sua fantasia, e partecipa anche come spalla di alcuni artisti, tra cui Fausto Leali, al Festival di Sanremo. Camerini inizia la sua carriera da solista all’inizio degli anni 70’, una volta firmato il contratto con la Cramps, ed esce nel 1976 “Pane quotidiano/In giro per le strade”, seguito dopo pochi mesi dal suo primo album “Cenerentola e il pane quotidiano”. 

Nel1977 Alberto pubblica “Gelato metropolitano”, un album vicino alle sonorità brasiliane, che tocca tematiche politiche ed ambientaliste. L’album “Comici Cosmetici”, prodotto da Shel Shapiro, è l’ultimo pubblicato con la Cramps (leggi anche: “La Cramps: l’opera più rivoluzionaria della genialità di Gianni Sassi“).

Su influenza del punk e della new wave, Alberto decide di avvicinarsi a sonorità più elettroniche, e proprio nel 1980 pubblica l’album “Alberto Camerini”, di cui fa parte “Serenella”, uno dei suoi brani più caratteristici, “Skatenati”, “Il re di plastica” e tante altre. Il 1981 è l’anno del massimo del successo per Alberto: esce “Rock’n’roll robot”, tratto dall’album “Rudy e Rita”. Il brano in poco tempo raggiunge la vetta della classifica in Italia e Camerini in tournée si presenta in stile Arlecchino, da qui il soprannome “l’arlecchino del rock”, stile ispirato da David Bowie e Freddie Mercury, i Kraftwerk, Renato Zero e Donatella Rettore.

Alberto fa un bis di successo, l’anno seguente, con l’album “Rockmantico”, top ten nelle classifiche di vendita, che comprende  un altro dei suoi brani più famosi: “Tanz bambolina”, ma anche “Maccheroni elettronici” e “Fanatico di Rock’n’roll”.  Nel 1983 pubblica l’inedito“Computer capriccio”, che immagina un mondo futuro dominato dai computer e dai video giochi. 

Copertina dellalbum Rockmantico credito fotografico Discogs
Copertina dell’album “Rockmantico”, credito fotografico: Discogs

Nel 1984 invece Camerini partecipa a Sanremo con “La bottega del caffè”, conquistando il sedicesimo posto. Alberto torna 4 anni dopo con “Angeli in blue jeans” un album di uno stile decisamente diverso. Negli anni duemila Alberto ha pubblicato altri album, come “Cyberclown” del 2005, e ha collaborato con diversi artisti, come Claudio Rocchi. 

Alberto Camerini inoltre ha ispirato tanti artisti italiani: da Morgan e i Bluvertigo agli Eiffel 65, a Enrico Ruggeri; è stato dunque un punto di riferimento per molti ed è stato uno dei primi italiani a trasformare le sue composizioni punk e rock ‘n’roll in musica elettronica EDM. Insomma Alberto è riuscito a guadagnarsi un posto nell’Olimpo della musica italiana.

Alberto Camerini oggi credito fotografico Wikipedia
Alberto Camerini oggi, credito fotografico: Wikipedia

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