Simple Minds: una band che è diventata leggenda

Scritto da il 27 Luglio 2023

Gruppo musicale scozzese di successo, i Simple Minds sono considerati tra le più famose e influenti band degli anni 80’ e 90’

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Credito fotografico; GLI STATI GENERALI

È il 1978: siamo a Glasgow e il cantante Jim Kerr e il chitarrista Charlie Burchill decidono di fondare i Simple Minds, dopo avere suonato insieme nel gruppo punk “Johnny & The Self Abusers”.  Band dal nome  derivante dal testo di “The Jean Genie”, inedito di David Bowie, i Simple Minds ingaggiano il bassista Derek Forbes, il tastierista Michael McNeil e il batterista Brian McGee. La band esordisce con l’album “Life In A Day” (1979),  album di musica elettronica post-punk. Con i successivi album “Real to Real Cacophony” (1979), “Empires and Dance” (1980) e “Sons and Fascination/Sister Feelings Call”(1981), i Simple Minds cominciano a riscuotere un discreto successo. 

Nel 1982 esce l’album “New Gold Dream (81-82-83-84)” , con i celebri “New Gold Dream” e “Someone Somewhere in Summertime”, ed è un momento davvero importante per il gruppo: l’album infatti è ritenuto tra i loro lavori più rappresentativi, salendo nelle classifiche americane ed inglesi. Successo confermato dall’album “Sparkle in the Rain” del 1984. L’anno successivo, i Simple mind pubblicano il singolo “Don’t You (Forget About Me)”, incluso nella colonna sonora del film Breakfast Club ed è il primo brano del gruppo a non essere stato scritto da uno dei componenti. Dall’Europa agli Stati Uniti, al Sudafrica il brano raggiunge la vetta delle classifiche di vendita. 

Nel 1985 il nuovo album “Once Upon a Time” riscuote un successo enorme, con il singolo “Alive and Kicking”, che rappresenta uno dei brani di maggior successo degli anni ottanta. Sumbrentra poi il bassista John Giblin, e come batterista nel “Once upon a time live tour” partecipa Mel Gaynor, che ha collaborato fra gli altri con Tina Turner, Robert Palmer e anche in Italia con Mango.

La band poi inizia a impegnarsi pubblicamente in politica, sostenendo Amnesty International ed organizzando alcuni grandi concerti contro il regime dell’apartheid sudafricano. Con gli album “Street Fighting Years” del 1989, che contiene “Mandela Day”, brano per commemorare il grande leader Nelson Mandela, e “Real Life” del 1991, i Simple Minds perdono la popolarità ed sono afflitti da instabilità di formazione, anche se “She’s a River” e “Hypnotized” scalano le classifiche di mezza Europa.Con il cambio di etichetta discografica, i Simple mind non ottengono un grande successo con l’album “Néapolis”, e dopo il rifiuto della pubblicazione dell’album “Our Secrets Are the Same” dalla casa discografica, i Simple Minds pubblicano gli album “Neon Lights” nel 2001 e “Cry” nel 2002, una piccola nuova rinascita della band.

Jim Kerr e Charlie Burchill con Nelson Mandela credito fotografico Simple Minds
Jim Kerr e Charlie Burchill con Nelson Mandela, credito fotografico: Simple Minds

Black & White 050505” (2005) e “Graffiti Soul” (2009), nel 2016 esce “Simple Minds Acoustic”, ovvero 12 successi della band rivisitati in chiave acustica. Per festeggiare i trent’anni di attività, il gruppo ritorna con un tour europeo e c’è anche un tentativo di riunire la formazione originale, ma che sarà un fallimento. Infine, nell’ottobre 2022, il gruppo scozzese pubblica“Direction Of The Heart”, il loro diciottesimo album in studio.

Con circa 60 milioni di dischi in tutto il mondo in ben quarantacinque anni di carriera e con dei successi immortali, i Simple Minds sono diventati una della band più famose di tutti i tempi, un simbolo della New Wave e un’icona della musica degli anni 80’ e 90’.

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Simple Minds oggi, credito fotografico: Radio Pico

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