Belstaff: il marchio per coloro che vogliono spingere i confini

Scritto da il 7 Settembre 2023

Il marchio reso celebre dalle giacche d’aviazione che spiccò il volo negli anni ‘80

L’inizio della storia dell’etichetta Belstaff è definito dalla scoperta di un vuoto nel mercato: Eli Belovitch e suo genero Harry Grosberg fondarono il marchio in Inghilterra, a Longton nello Staffordshire nel 1924, con l’intenzione di offrire look da motociclista di alta qualità, realizzati grazie a un know-how senza precedenti nell’uso della pelle cerata. In pochi anni, sono in grado di piazzare abilmente sul mercato il loro abbigliamento da moto di alta gamma, divenendo punto di riferimento nella produzione di abbigliamento impermeabile, realizzati in un particolare tipo di cotone di origini egiziane, lavorato con oli naturali che permettono al tessuto una buona respirazione.

Il marchio divenne presto il fornitore di quella audace e spensierata jeunesse dorée, di cui in Italia si fecero portavoci i Paninari (leggi anche “Paninari anni ‘80, lo stile intramontabile della Milano bene”), svolgendo un ruolo fondamentale nella storia degli sport a motore e nell’aviazione.

“Belstaff è, nel suo cuore, un marchio per coloro che vogliono spingere i confini”.

Eli Belovitch

Gli alti e bassi del marchio cult Belstaff

Nel corso degli anni, grandi personalità dello sport, della politica, della cultura e dello spettacolo hanno plasmato lo stile unico e autentico del marchio di moda inglese. Il rivoluzionario Ernesto “Che” Guevara possedeva una delle cosiddette giacche di pelle Trialmaster, così come il famoso pilota Sammy Miller. Nel 1948, 40.000 modelli della “Black Prince Motorcycle Jacket” furono venduti in un solo anno. Grazie a questo e ad altri successi, Belstaff riuscì a resistere sul mercato per decenni, ma poi la crisi tessile inglese scosse l’azienda. All’inizio degli anni ’90, la fabbrica principale dell’etichetta dovette essere chiusa. Qualche anno dopo, l’etichetta tornò sul mercato con un nuovo sito di produzione a Wellingborough. 

La Belstaff veste il cinema hollywoodiano

Nel 2004 Belstaff entra nel gruppo Clothing Company di proprietà della famiglia Malenotti, che da molti anni ne era l’importatore in Italia, ed in collaborazione con la costumista Sandy Powell disegna i costumi del film “The Aviator” di Martin Scorsese, a cui seguirà nel giugno 2005 la collaborazione con la stilista Joanna Johnston per gli abiti del film “La guerra dei mondi” di Steven Spielberg. Produce anche la giacca Belstaff ‘Milford’ di Sherlock Holmes nella fortunata serie della BBC “Sherlock”.

Dalle corse in moto alle passerelle internazionali

Nel 2011, Belstaff è stata rilevata da un investitore privato – con il chiaro obiettivo di portare di nuovo avanti il marchio. Il CEO Harry Slatkin ha portato a bordo il designer 45enne Martin Cooper. Cooper, ex studente della rinomata Parsons School of Design, è stato vicepresidente e direttore del design di Burberry dal 1994 al 2010 e ha lavorato a stretto contatto con Christopher Bailey. Tra le altre cose, ha lanciato Burberry Sport. Nel 2003, è stato accettato nella stretta cerchia del Council of Fashion Designers of America (CFDA) e ha anche disegnato abbigliamento outdoor per Calvin Klein nel 2003.

In pochi mesi, lancia una grande campagna di espansione insieme a Harry Slatkin. Nel 2012, Belstaff non solo torna alla Mercedes-Benz Fashion Week di New York, ma conquista anche un posto tra le etichette preferite dalle star con look Brit Chic. Nello stesso anno, Belstaff ha aperto i suoi primi negozi a Milano, New York, Londra e Monaco.


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