Gli yuppies: i fratelli maggiori dei paninari
Scritto da Valentina Codurelli il 20 Novembre 2023
Anni ‘80. Dagli USA arrivarono in Italia gli yuppies i “fratelli maggiori” dei paninari
Il termine yuppie, trasformazione colloquiale dell’acronimo YUP – Young Urban Professional – comparse per la prima volta in un articolo del maggio 1980 scritto da Dan Rottenberg (1942), giornalista del Chicago Magazine Intitolato “About That Urban Renaissance…” in cui si parlava della rinascita del centro urbano di Chicago, dove molti giovani professionisti avevano deciso di trasferirsi lasciando i sobborghi per rioccupare le vecchie case o le fabbriche in disuso trasformandole in abitazioni e loft alla moda.
New York: la culla dello yuppismo USA
Tuttavia fu a New York che gli yuppies americani trovarono terreno fertile per il loro nuovo life style. I rampolli di buona famiglia della borghesia americana appena usciti dalle prestigiose università come Harvard o Princeton non vedevano l’ora di arricchirsi in fretta e, proprio nella grande Mela, potevano trovare le condizioni ideali per realizzare i loro sogni tra broker finanziari, banche d’affari, prestigiosi studi legali e grandi multinazionali.
Gli Yuppies italiani
Dall’America il fenomeno si diffuse ovunque e, in breve, raggiunse anche l’Italia. Il fenomeno dello yuppismo italiano ricalcava le linee di pensiero e stile tipicamente statunitensi di cui, l’ostentazione dello stile di vita, costituì il nocciolo di tale tendenza. Abiti griffati, locali “IN” discoteche esclusive e party dell’alta società. Icona di stile Firmato Made in Italy fu Giovanni Agnelli, l’uomo che incarna alla perfezione questo stile. Mentre la prima città che si calò in questa atmosfera di ricchezza fu proprio Milano definita in quegli anni la “Milano da bere”.
Gli Young Urban Professional, considerati i fratelli maggiori dei Paninari, con cui condividevano l’estrazione sociale borghese, furono dunque il simbolo internazionale della generazione che, negli anni ’80, abbracciava la comunità economica capitalista ed in essa trovava realizzazione.
Gli anni ’80 si sono caratterizzati per un variegato fenomeno di mode e stili: gli yuppies erano il segno dell’eleganza del ceto medio alto.
Quello del fenomeno degli yuppies è difficile dire che si tratti di un genere passato. Infatti, cambiano gli stili nel vestire e nel vivere la “city” ma la mentalità no. Del resto uno stile non si estingue mai, evolve.
La Moda yuppies
Gli anni ’80 sono stati un decennio molto intenso e particolare in tutti gli ambiti. Un’esplosione di avvenimenti mediatici e socioculturali che hanno portato il mondo a conoscere rapidamente nuove forme e stili grazie alla tv via cavo, ai videoclip e ai film di nuova generazione che hanno dato una svolta all’intera società. Per quanto riguarda la moda anni ’80 c’è da dire che questo decennio è stata una sfida per ogni stilista che doveva dare il meglio di sé per non fallire.
La globalizzazione, il potere dei mass media, i nuovi numerosi influencer internazionali portavano nelle case nuove mode e stili. E’ in questo periodo che irrompe sulle passerelle la Moda Yuppies.
In Italia, emblema della moda yuppies fu Giovanni Agnelli, principale azionista e amministratore della FIAT. Lo stile di Agnelli rappresentava l’eleganza del classico.
Il classico stile yuppies di questi anni era caratterizzato per l’uomo da: abito grigio scuro sartoriale, camicia azzurro molto chiaro con collo e polsi bianchi, il tutto accompagnato da una cravatta di Hermes o Marinella con scarpe indiscutibilmente Made in Italy ed un dettaglio pittoresco come un fermacravatta in oro, bretelle, orologio.
Per le donne invece, era invece il tailleur con pantalone o gonna abbinato ad una giacca con spalline dall’aspetto squadrato. Le camicie spesso coprivano le braccia e terminavano ampie. Sono molto frequenti anche i pantaloni a sigaretta a vita alta. Mentre per la sera non mancano abiti con scollature importanti sia sul retro che sul davanti accompagnati da décolleté altissimi con lo scopo di slanciare la figura ancora di più.
Gli yuppies e il Cinema
Emblema cinematografico di questo fenomeno fu il film The wolf of the wall street con Leonardo di Caprio. Il film, uscito nel 2013, racconta la storia di Jordan Belfort giovane broker senza scrupoli, avido di successo e denaro. La pellicola è ambientata nel 1987, nel pieno dell’era yuppies; iniziata sin dai primi anni 80, quando nel 1981 Ronald Reagan divenne presidente degli USA, “regalando” agli americani il sogno del successo facile e possibile per tutti.
Malgrado il fenomeno dello yuppismo fu prevalentemente circoscritto alle grandi città del nord Italia, anche il cinema se ne occupò. Rispettivamente nel 1986 Carlo Vanzina (1951-2018) e nel 1987 Enrico Oldoini (1946) portarono sul grande schermo due film intitolati Yuppies e Yuppies 2, in cui venivano raccontate le (dis)avventure di quattro amici Lorenzo, Willy, Giacomo e Sandro interpretati da Massimo Boldi (1945), Ezio Greggio (1954), Jerry Calà (1951) e Cristian De Sica (1951) impegnati nella ricerca del successo economico e sociale sullo sfondo della Milano anni ‘80.
I film non particolarmente apprezzati dalla critica, ottennero invece un discreto riscontro dal pubblico. Il loro principale merito fu quello di mostrare, in tono leggero, la vita di questa nuova categoria di giovani “rampanti”, ironizzando in modo particolare sull’ossessione di certi loro comportamenti, come portare l’orologio sul polsino, che “faceva tanto avvocato Agnelli”, l’indiscutibile figura di riferimento.
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