«Ci troviamo a…»
Scritto da Lecco Channel il 25 Gennaio 2024
Ogni città – grande o piccola – ha sempre avuto luoghi, piazze, bar, edifici, deputati a punto di incontro e aggregazione per vari gruppi di giovani uguali tra loro seppure diversi per estrazione sociale, studi, abbigliamento e locali da ballo frequentati.
A Lecco negli anni che vanno all’incirca dal 1965 al 1975 si notava una linea di demarcazione netta tra i diversi gruppi che animavano le varie zone di ingerenza.
In via Roma all’interno e all’esterno del Bar Pasticceria Centrale cazzeggiava una gioventù che definiremo “Preppy” nella vera accezione del termine.
Vi si trovavano infatti molti rampolli e rampolle di note famiglie della “Lecco Bene”, seduti ai tavolini oppure in piedi che mostravano un abbigliamento “Neo American Style”: pantaloni a sigaretta con risvolto e calzino rigorosamente bianco su mocassini “Penny Loafer”, giubbino in renna e camicia bianca “Bottom Down“.
Le ragazze mostravano gonne a sbuffo oppure più castigate tipo “college”, scarpe basse con calza bianca tipo gambaletto poco sotto il ginocchio oppure calzino bianco corto alla caviglia.
Fuori dal Centrale, in ordine sparso, erano parcheggiati i motorini utilizzati dai frequentatori del locale: Velo Soles, Guzzi Trotter, Vespa 50.
Al bar della stazione ferroviaria si ritrovavano invece i “Beatniks“ i cosiddetti “Capelloni” oltre ai primi “Mods”.
In questo ritrovo l’abbigliamento era caratterizzato da: camice a fiori (Flowers Power), pantaloni a “Zampa di Elefante” stivaletto con tacco alto, giacche a righe molto sciancrate e dotate di ampi “reveeres”.
Le ragazze della stazione vestivano ampi blouson (quasi sempre con disegni psichedelici), pants a zampa su sandali bassi intrecciati. Per occasioni particolari optavano per abiti “Country“ con fantasie floreali.
Il bar della stazione non era solo il ritrovo di una certa tribù cittadina, ma fungeva da polo di attrazione anche per ragazzi/ragazze del territorio lecchese.
I mezzi di locomozione dei “Beats e Mods” della stazione erano abbastanza vari: motorini Motom (modificati con avviamento a strappo come quello delle barche), Vespe e Lambrette 125, Diane 2CV, un pulmino WW T1 e persino una Jaguar verde inglese di Sandro il Dandy.
Nelle varie connotazioni sei luoghi di aggregazione dell’epoca troviamo poi il luogo dove si ritrovavano: “Quelli del Viale”, laddove si intendeva per viale il noto viale Turati.
In effetti il punto di ritrovo di questo gruppo era via Trento attaccata appunto a viale Turati.
Il gruppo di via Trento/viale Turati aveva fondato una sorta di mondo a parte, costituendo una mini città/comunità all’interno del quartiere denominata Wheels City, la città delle due ruote. E in effetti il parco moto di quel gruppo era niente male: Morini 125, Laverda, Marzolla, Fantic.
Le ragazze erano molto ambite e considerate tra le più belle di Lecco. Vestivano anch’esse abbigliamento “Preppy” o se preferite “College” e passavano il tempo in via Trento appollaiate sui sellini selle moto parcheggiate.
L’abbigliamento dei maschi di quelli del viale era piuttosto vario, anche se molto portato alle “Bikers”: giubbotti da motociclista, jeans, stivaletto bikers. Le girls invece jeans attillato scarpe da tennis, smanicato e shirt bianca.
Altro gruppo/ritrovo era quello del “Big Bar” davanti al comune all’inizio di via Cavour, qui i frequentatori erano identificabili nel film “Lo Spaccone”. Erano più che altro dei fancazzisti dediti al giuoco del biliardo e delle carte. Vestiti come dei biscazzieri li univa la passione del non fare nulla a quella dei vari giochi d’azzardo: dalle partite a biliardo a quelle alle carte oppure alle gare di flipper.
Il modo di porsi di questo gruppo non risultava molto attraente per le tipe che frequentavano il Big Bar, questo nonostante l’uso spasmodico del juke box in cui gli “Scacciafiga” – cosi erano soprannominati gli habitué del Big – gettonavano a più riprese i dischi del momento.
Qui l’uso dell’automobile era più frequente e si potevano contare alcune Mini, un paio di spider 124 e diverse 500 Fiat.
Esistevano altri centri di aggregazione in giro per la città, ma tolto quelli sopracitati nessuno mi pare lasciasse un segno particolare.
Ne citiamo alcuni così a memoria: un gruppo di ironici commentatori che stazionava a Pescarenico zona bar vicino al mobilificio, altro gruppo al villaggio vecchio che faceva capo al gruppo musicale The Batman e un altro gruppo ancora stazionante a Maggianico conosciuto ai più come i “Marei de l’Uratori”.
Vale la pena di ricordare i locali da ballo o le discoteche frequentate dai gruppi raccontati in questo articolo.
GRUPPO BAR CENTRALE: abituali frequentatori dell’Orsa Maggiore, laddove in estate qualcuno si faceva recapitare nel locale dai fratelli maggiori, via lago a bordo di motoscafi Junior o Aquarama della Riva. Per altri locali preferivano scollinare verso il milanese.
GUPPO STAZIONE: il sabato era Lugano dal pomeriggio sino a sera. Domenica pomeriggio immancabile “Circolo Farfallino a Castello”, la sera “Circolo di Germanedo”.
D’estate la sera era d’obbligo il “Chiosco”ad Abbadia Lariana. Episodicamente Italia a Calozio, il 2000 a Consonno o le Fornasette a Calco.
QUELLI DEL VIALE: Noti per non essere grandi frequentatori di locali da ballo o discoteche, amavano località più distanti dalla città, come: La Liernella a Lierna, il Papagajo a Dervio o il Mini Piper a Robbiate.
QUELLI DEL BIG BAR: I biscazzieri vantavano frequentazioni da Night Clubs (visto l’appellativo dato al gruppo), il più gettonato era il Valentino’s Garden seguito a ruota dal Porta D’Oro di piazza Diaz a Milano.
Rimane della nostalgia se paragoniamo i luoghi di aggregazione giovanile di allora a quelli odierni, in cui le baby gang e i rapper sembra abbiano il sopravvento. Ma così è e non ci si può fare molto.
A proposito, dove ci si vede?
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