Il ritorno dei Paninari della Milano bene anni ‘80: in Brianza il raduno
Scritto da Valentina Codurelli il 31 Gennaio 2024
Un vero e proprio tuffo negli anni ‘80 il grande raduno dei Paninari previsto per il 24 febbraio in Brianza
Negli anni ’80 uscì in edicola un album di figurine con la copertina azzurra edito dalla Edifumetto di Milano denominato I Paninari del Futuro, forse voleva essere un presentimento ed una sorta di previsione per il 21° secolo? In effetti il maestro Davide Rossi, Direttore dello storico Giornalino “Paninaro”, edito da Edifumetto, ci aveva visto lungo!
I Paninari sono tornati prepotentemente in massa. Inizialmente furono solo una manciata nel credere a questo ritorno, ciononostante con il passare del tempo sono arrivati numerosi ex Paninari da tutte le parti d’Italia e non solo, oggi pronti a perseguire lo stile intramontabile della Milano bene (leggi anche: “Paninari anni ’80, lo stile intramontabile della Milano bene”
Un tuffo nel passato di 40 anni. Si rispolverano dall’armadio piumino Moncler, scarpe Timberland, borsa Naj Oleari. Ma soprattutto lo stile di vita di quei ragazzi che negli anni Ottanta si riunivano al bar “Al panino”, locale del capoluogo lombardo, in zona San Babila, in cui il primo gruppo di paninari nei primi anni ’80 si riunisce e che divenne, con l’acquisizione del locale da parte de il fast food Burghy punto di ritrovo prediletto dai Paninari della Milano bene.
L’appuntamento adesso è a Seregno dove il 24 febbraio si svolgerà il raduno dei paninari allo Shaker Club Cafè (via Medici 32). È nel locale brianzolo, gestito dal paninaro Salvatore Bongiovanni, che il gruppo Facebook Paninari Company ha organizzato il raduno.
I Paninari e l’intramontabile Milano bene anni ‘80
Una generazione di giovani adolescenti che si discostano dai movimenti esistenti, dai metallari ai gruppi impegnati attivamente nel mondo della politica di destra o di sinistra, basandosi sull’edonismo, sulla ricerca del piacere di vivere senza privarsi di nulla, e puntando decisamente sull’apparenza, a partire dalla famose griffe. Capo di culto è il piumino, rigorosamente imbottito, meglio se di colori sgargianti, firmato Moncler, Stone Island o Henry Lloyd, e, sotto il classico bomber, le felpe oversize tinta unita con il logo in evidenza (quasi sempre Best Company) con al polso l’iconico Swatch e in spalla lo zaino Invicta. I pantaloni, invece, sono inevitabilmente jeans, dell’intramontabile modello 501 Levi’s ad altri marchi, come Uniform, che oggi non esistono più, tutti con il risvoltino per far sì che si intravedano le calze a rombi Burlington e con in vita la cintura, con fibbia grande, di pelle El Charro.
L’immagine dei paninari, dunque, è senza dubbio all’insegna del consumismo, coloro che ne fecero parte rappresentano i figli della borghesia medio alta della cosiddetta “Milano bene”.