La graziella: icona a due ruote

Scritto da il 24 Giugno 2024

La prima bicicletta pieghevole

Nel 1964 mi trovavo come sempre d’estate in vacanza con mia mamma e mio fratello a Cervia. Nel fine settimana aspettavamo l’arrivo di mio padre che scendeva appunto al mare per il week end. Fu appunto all’incontro con papà e al successivo pranzo in trasferta a Milano Marittima che fui folgorato dall’incontro di quella che mi apparve sul lungomare come una bicicletta mai vista prima e straordinaria: “La Graziella“!

credito fotografico labicicletta.fr
Gianni Motta su Graziella, credito fotografico: labicicletta.fr

La cavalcava a mo di dimostrazione un giovane “ciclista“ che la faceva conoscere ai vacanzieri della riviera Adriatica, che incuriositi verificavano la duttilità del mezzo praticamente smontabile e riponibile nel baule dell’automobile per essere portato  ovunque. 

Inutile dire che  un ragazzino di 12 anni (la mia età all’epoca) non poteva non innamorarsene. La volevo, e dopo una piccola battaglia mio padre cedette e la Graziella fu infilata nel baule dell’auto di papà (la Giulia Alfa Romeo), dove ci stava comodamente e prese la via di casa a Lecco con noi.

La mia Graziella fu la prima che si vide a Lecco nella fine dell’estate del 1964.

Rinaldo Donzelli progettò un modello innovativo di bicicletta a cui diede il nome di “Graziella” prendendo spunto da una delle più nipote riviste femminili di quell’anno, ossia, Grazia.

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La costruzione del nuovo modello fu affidata alla Teodoro Carnielli di Vittorio Veneto. Fu un successo immediato di vendite.

Apprezzata per raffinatezza e praticità, diventa il simbolo del Made in Italy per eccellenza e status symbol della gioventù benestante.

Gianni Motta su Graziella credito fotografico labicicletta.fr
credito fotografico: labicicletta.fr

I colori della Graziella che la rendevano unica erano il classico bianco panna e il delizioso blu oltremare (io per la mia scelsi il Blu). Per mantenere integro il colore dell’impeccabile verniciatura insieme alla bici, la trevigiana Carnielli forniva un kit con un tubetto di vernice con un pennellino incorporato nel tappo per eventuali ritocchini che interessavano sopratutto il portapacchi, il più esposto a urti e graffiature.

La voglia di libertà l’aria leggera e sbarazzina degli anni ‘60 si ritrovano nell’eleganza  di questa due ruote entrata nella storia, non più “solo una bici” ma un mezzo pieno di stile.

Una bicicletta, pieghevole, pratica, trasportabile nel baule delle autovetture, robusta, poco ingombrante. Nel periodo del boom economico la produzione della Graziella fu affidata alla Carnielli di Vittorio Veneto con la primissima serie prodotta inizialmente con il brand Bottecchia entrò di diritto nella storia.

Salvator Dali con la sua Graziella credito fotografico labicicletta.fr
Salvator Dali con la sua Graziella, credito fotografico: labicicletta.fr

Le specifiche tecniche dichiaravano che la Graziella poteva essere riposta comodamente nei bagagliai delle auto utilitarie; infatti da piegata occupava uno spazio di 75x60x30 cm. Per un peso complessivo di 16 kg.

Tutte le caratteristiche della Graziella ne decretarono un successo non solo nazionale ma mondiale, se prima la bicicletta era vista come un mezzo di trasporto di basso rango che si trasmetteva di padre in figlio, in quegli anni possedere una bicicletta come la Graziella significava seguire il trend  del momento in un clima allegro e spensierato dettato dalla ripresa economica e sociale di quegli anni.

Il lancio pubblicitario fu addirittura affidato a Brigitte Bardot, e la Graziella si guadagnò l’appellativo di “Rolls Royce di Brigitte Bardot”.

Brigitte Bardot credito fotografico Bottecchia 1
Brigitte Bardot, credito fotografico: Bottecchia

Il modello della Carnielli mosse il mercato della concorrenza che non poteva restare inerme al cospetto del grande successo che la Graziella.

Il mercato italiano delle due ruote venne invaso da marche come Atala, Legnano, Olmo, Bianchi ecc… che riproponevano una Graziella rivisitata e a un prezzo più contenuto.

La Carnielli decise di effettuare un restyling nel 1971 dando vita ad un modello di Graziella che rispetto al precedente si distingueva per: le ruote di diametro maggiore, il telaio con dimensioni riviste e adatto a tutte le corporature, un antifurto che si azionava con una chiave.

Negli anni ‘80 il mercato delle due ruote iniziava a popolarsi di nuovi modelli: acquisirono visibilità modelli come la BMX e la Mountain Bike che misero in disparte la Graziella fino alla sua scomparsa alla fine degli anni ‘80.

Wolfshol Poulidor Cazalasu su la Graziella Trio credito fotografico labicicletta.fr
Wolfshol, Poulidor, Cazalasu su la Graziella “Trio”, credito fotografico: labicicletta.fr

Al giorno d’oggi, però, la Graziella ha ripreso vita in quanto molto ricercata da nostalgici e collezionisti affascinati dall’ebbrezza della raffinata Graziella.

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