Citroen 2CV: il brutto anatroccolo
Scritto da Laura Sandionigi il 10 Luglio 2024
La Citroen 2CV, una delle auto più iconiche della storia dell’automobilismo, vide la luce produttiva all’inizio del secolo scorso. La 2 cavalli fu progettata per rispondere a un’ idea precisa: quella di un autoveicolo che potesse trasportare due contadini ed un sacco di 50 kg di patate a una velocità massima di 60 km/h, con consumi di carburante molto ridotti (3 lt. Di benzina ogni 100 km).
A metà degli anni “30 dello scorso secolo, quando la Citroen era appena stata acquistata da Michelin, il nuovo “Board” al comando chiede al department della progettazione di mettere in cantiere un progetto di auto “nazional popolare” che replichi in Francia quello che la Volkswagen aveva realizzato in Germania con il “Maggiolino”.
Nel 1937 viene creato il primo prototipo. Il progetto è dell’anno precedente ed è stato definito con l’acronimo “TPV” (Toute Petite Voiture). L’auto è a grandezza naturale e molto leggera: solo 370 kg, con un solo faro anteriore visto che i regolamenti automobilistici del periodo lo permettevano.
La Citroen ha l’obbiettivo di presentare almeno 250 modelli pre/produzione per far conoscere al pubblico le prerogative dell’auto. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale impedisce però la dimostrazione al mercato della nuova vettura e così tutti i 250 modelli, (tranne 4), verranno distrutti. I quattro esemplari risparmiati dalla distruzione vennero ritrovati intonsi decenni dopo nel centro prove del Double Chevron a La Ferte’- Vidame.
La 2CV vera e propria, modello rivisto in completezza rispetto al prototipo TPV, viene presentata al Salone di Parigi del 1948.
Sia la presidenza francese dell’epoca che la stampa non paiono molto attratti dalla 2CV, e i giornali dell’epoca coniano subito un sopranome per definire la 2CV: il brutto anatroccolo.
La fredda e ironica accoglienza della stampa non ha però fatto presa sull’interesse del pubblico francese che era invece ansioso e voglioso di sottoscrivere ordini per quella nuova vetturetta, vista come una vera rivoluzione tecnologica e di stile.
Bisogna sottolineare che dai primi contratti sottoscritti per l’acquisto della 2CV alla effettiva consegna delle vetture passano anche 6 anni, a causa della mancanza di materie prime dovuta, sopratutto, al periodo bellico.
In anni molto più lontani dal periodo bellico, sotto il cofano della 2CV trovava posto un motore boxer a due cilindri con raffreddamento ad aria e con una cubatura di 375 cc. in grado di produrre una potenza massima di 9 CV scaricati a terra da un cambio manuale a 4 marce. E più precisamente nel 1970 viene introdotto nella gamma dei motori della 2CV un nuovo motore da 602 cc. che erogava sino a 28 CV di potenza, anche se la Citroen continuava a conservare l’accensione a manovella.
Nel 1981 su tutti i modelli prodotti di 2CV vengono montati i freni a disco anteriori. Sul telaio della 2CV, la Citroen ha creato alcune iconiche versioni speciali, come quella “Furgonata”apparsa nel 1951 e caratterizzata dal montante più alto per favorire le operazioni di carico e scarico posteriori.
La 2CV “Fourgonette” venne adottata come veicolo di pronto soccorso stradale in Francia. In Belgio invece, fu molto utilizzata come autoveicolo postale.
Nel corso della lunga storia della 2CV la produzione di autovetture fu copiosa, ne furono realizzate circa 5.114.969 delle quali 1.246.335 in versione mezzo da lavoro 2CV Fourgonette.
La 2CV termina di essere prodotta nello stabilimento francese principale di Levallois, vicino a Parigi, nel 1988, ma l’ultimo esemplare di 2CV lascia lo stabilimento Citroen del Portogallo a Mangualde il 27 luglio del 1990 alle ore 16,00, dopo 42 anni dal suo lancio sul mercato.
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