LA SIMCA 1000

Scritto da il 16 Novembre 2024

La genesi di questa simpatica vetturetta risale agli anni 50 quando la Simca passò alla fase di sviluppo per un’auto che fosse accessibile e compatta per il riferimento del mercato di massa.

A capo del progetto (di inizio 1957),c’era un ingegnere di Fiat,Dante Giacosa ; La Fiat in quegli anni aveva compartecipazione nel mondo Simca.

Il progetto iniziale prevedeva un motore a 4 cilindri da 944 V per una potenza da 32 cavalli con una velocità massima di 120 km/h.

credito fotografico M.J
credito fotografico M.J.

Furono successivamente introdotte versioni con motori di cilindrata maggiore tra cui un 1.1 litri  da 50 cavalli e un 1.3 litri da 59 cavalli. Il cambio aveva 4 marce sincronizzate con i sincronizzatori che erano realizzati dalla Porsche.

Gli interni erano essenziali e adeguati ad una compatta dell’epoca.

L’abitacolo era semplice ma dotato di una plancia dei comandi funzionale con gli strumenti disposti in modo pratico.

Prima del debutto ufficiale la Simca 1000 fu presentata in anteprima alla stampa presso il circuito di Montlhéry dove fu possibile per i giornalisti presenti valutare le qualità dinamiche dell’auto in pista.

Il 10 ottobre del 1961 la vettura fu ufficialmente presentata al Salone di Parigi che era ospitato presso il Grand Palais della capitale.

Alla presenza del presidente francese Charles De Gaulle dello Scià di Persia e di altre personalità di spicco dell’imprenditoria e della politica la nuova Simca 1000 divenne una delle reginette della manifestazione parigina.

Dal punto di vista tecnico la Simca 1000 è stata sviluppata in collaborazione con Fiat e molte soluzioni tecniche sono state poi riprese in seguito per la normale produzione dalla  casa torinese. 

Tra gli sviluppatori torinesi del progetto Simca 1000 è giusto menzionare l’ingegnere Rodolfo Hruska che una decina di anni dopo sarà uomo di punta nella produzione automobilistica di Alfa Romeo.

Molte delle componenti meccaniche della Simca arrivarono da Fiat. La stessa disposizione del motore e la trazione posteriore sono due tra le altre caratteristiche che derivano dalla casa torinese.

Sempre di derivazione Fiat le sospensioni tutte a ruote indipendenti,l’impianto frenante di tipo idraulico con freni a tamburo sulle 4 ruote con il freno a mano che agiva sul retrotreno.

La Simca 1000 era caratterizzata da un frontale con proiettori tondi con luci di posizione sottostanti, nel mezzo campeggia una finta presa dell’aria per fare in modo che la vista dell’anteriore apparisse meno vuota.

Sempre all’anteriore sui lati del cofano correvano degli scalini longitudinali che davano alla Simca un tratto caratteristico che andava dal parabrezza sino alla coda sul cofano motore.

credito fotografico Quintric
credito fotografico Quintric

Anche nella coda trovavano posto fari posteriori di forma circolare.

L’abitacolo era comodo e spazioso ma per sole 4 persone ; la linea di Simca 1000 era da considerarsi assolutamente “classica” e piuttosto convenzionale in virtù della sua impostazione di tre volumi con linee squadrate ben definite.

A dicembre del 1977 fu presentata la “Simca Rallye 3”, la versione sportiveggiante della Simca 1000 ; più potente della Rallye 2 che l’aveva preceduta.

credito fotografico Corriere
credito fotografico Corriere

La Rallye 3 con i suoi 103 CV era in grado di spingere la vettura fino ad una velocità di 183 km/h. La Rallye 3 si distingueva all’esterno per i passaruota più larghi e con il contorno più squadrato.

Questa fu l’ultima novità della gamma Simca,la messa in listino avvenne nel gennaio del 1978, quattro mesi dopo a maggio la Simca 1000 fu tolta dalla produzione dopo avere prodotto e venduto quasi due milioni di esemplari.

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